Julien Gracq, con quel garbato anticonformismo e quella straordinaria arte della litote che caratterizza la sua scrittura, tutta basata su una poetica dell’indeterminatezza, dedica alcuni brani di critica letteraria a proporre una continuità non soltanto cronologica tra la retorica della Rivoluzione Francese e quella degli autori romantici. E parla di «quella bellezza di angelo che si presta malvolentieri (…) ad alcuni dei terroristi minori – Saint-Just, Jacques Roux, Robespierre il Giovane – (…) bellezza che conserva loro per noi attraverso i secoli, mentre nuota intorno a una ghirlanda di graziose teste tagliate come fossero un balsamo egiziano, il soprannome di...