«Lo stato di salute del Paese desta preoccupazione», la povertà aumenta e alcuni progetti legislativi della destra rischiano di peggiorare la situazione. Al termine della 79ma assemblea generale della Conferenza episcopale italiana, che si è conclusa ieri a Roma, il cardinale presidente della Cei Matteo Zuppi e gli oltre 260 vescovi che vi hanno partecipato bocciano autonomia differenziata e premierato: due riforme che, in un contesto in cui crescono «disuguaglianze ed emarginazione» – il riferimento è ai dati Istat di pochi giorni fa – per la Cei «rischiano di accrescere il gap tra territori oltre che contraddire i principi costituzionali, è in gioco il bene comune».

In conferenza stampa, Zuppi è ancora più esplicito. «L’autonomia differenziata è un problema che riguarda tutto il Paese e quindi la Chiesa italiana nel suo insieme». Oggi infatti verrà resa nota una dichiarazione del Consiglio episcopale permanente – l’esecutivo dei vescovi –, «frutto di una valutazione e di uno studio attento». Ovvero arriverà una severa critica al progetto di legge voluto dalla Lega di Salvini. «C’è preoccupazione, alcuni vescovi si sono già pronunciati, altri aspettano una posizione ufficiale», quella di oggi, assicura Zuppi, «sarà una dichiarazione molto chiara, difficilmente interpretabile».

I toni si attenuano un po’, ma la musica non cambia nemmeno sul premierato, la «madre di tutte le riforme» secondo la premier Meloni. «Vediamo come andrà la discussione», ma «gli equilibri istituzionali vanno toccati sempre con molta attenzione», spiega il presidente della Cei. Un tema come quello del premierato va affrontato «con lo spirito della Costituzione: come qualcosa di non contingente, che non sia di parte». Preoccupazione anche per le imminenti elezioni europee: «L’Europa rischia di dimenticare l’eredità straordinaria di chi ha combattuto per la libertà dal nazifascismo», conclude Zuppi.

Sul fronte ecclesiale interno, due notizie appaiono rilevanti. La prima è la nomina di una donna, la psicoterapeuta laica consacrata Chiara Griffini, alla guida del Servizio nazionale per la tutela dei minori, la task-force antipedofilia della Cei. La seconda è il forte calo dell’otto per mille destinato alla Chiesa cattolica, che scende sotto il miliardo di euro e torna ai valori di oltre vent’anni fa: quest’anno la Cei ha incassato 910 milioni, la stessa cifra del lontano 2002. Un trend consolidato.