Sono passatiquasi quarant’anni da quando Art Spiegelman, con il suo Maus, ha rivoluzionato il fumetto, dimostrando che i comics sono in grado di affrontare questioni tragiche e complesse come l’Olocausto con altrettanta – se non maggiore – efficacia della letteratura non grafica. È a questa tradizione che attinge il graphic memoir di Nora Krug, Heimat (traduzione di Giovanna Granato, Einaudi, pp. 288, € 19,00), articolato come una profonda riflessione personale e culturale sul passato hitleriano della nazione tedesca. Nata a Karlsruhe nel 1977, Krug è cresciuta ascoltando i racconti ellittici dei genitori e sfogliando i vecchi quaderni in cui lo...