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Knight, l’animatore dell’Estinzione

Knight, l’animatore dell’EstinzioneCharles R. Knight nel 1899, a lavoro sullo "Stegosaurus"

Animal House, primo Novecento americano: i dinosauri di Charles R. Knight Non i letargici lucertoloni della nostra immaginazione infantile, ma bestie agili e scattanti, descritte nel modo più vivido, da etologo. Quasi cieco, il paleoartista di Brooklyn anticipava, fra 1890 e 1920, tra avanguardia e kitsch, la «Dinosaur Renaissance» degli anni sessanta

Pubblicato 3 mesi faEdizione del 11 agosto 2024
Charles R. Knight, “Leaping Laelaps”, part., 1897, acquarello

Leaping Laelaps (1897) è un acquerello di piccole dimensioni (40×58 cm) che mostra un feroce combattimento tra due dinosauri: in un impeto, il più audace sferra l’attacco spiccando un salto da un lieve pendio, come mostra anche la sua ombra proiettata al suolo vagamente minacciosa e i tre artigli degli arti posteriori. Sdraiato sul dorso, l’altro rapace è pronto a difendersi, facendosi scudo coi suoi artigli. A rendere ancora più aggressiva l’azione è lo sguardo dei due animali e la loro dentatura. Rispetto a scene preistoriche dello stesso genere, in cui animali indolenti, apatici e neghittosi, appesantiti dalla coda, si muovono a passo lento in atmosfere sospese e paesaggi poco definiti, Leaping Laelaps è molto dinamica. Notevole anche il piglio realista, dalla vegetazione e dal vulcano fumante all’orizzonte alla resa anatomica della muscolatura, della pinna dorsale e del tegumento dei dinosauri, simile a quello dei coccodrilli. Le loro scaglie riflettono la luce ambientale come tessere di un mosaico.
Laelaps è il nome che il paleontologo americano Edward Drinker Cope attribuì ad alcuni fossili – frammenti di mascella, diverse ossa di arti, falangi o artigli – ritrovati nel 1866 in una cava di marna (una roccia sedimentaria) nel New Jersey. Che si tratti del pendant carnivoro dell’erbaceo Hadrosaurus foulkii, primo scheletro intero di dinosauro trovato nel 1838 nello stesso New Jersey? Ispirato a Lelapo, cane della mitologia greca che non si lasciava scappare alcuna preda, il nome era stato in realtà già utilizzato per un acaro. Nel 1877 venne così ribattezzato Dryptosaurus aquilunguis (alla lettera: rettile fulmineo dotato di artigli da aquila) da Othniel Charles Marsh, acerrimo nemico di Cope.
Ora, al di là delle questioni tassonomiche, siamo davanti alla prima o a una delle primissime rappresentazioni dei Teropodi, dinosauri bipedi e carnivori, ritenuti molto agili nonostante le dimensioni (dai sei ai nove metri). Cugino del più celebre Tyrannosaurus, il driptosauro è il primo scheletro parziale di un dinosauro predatore trovato negli Stati Uniti. Non solo: datata 1897, quest’immagine anticipa di diversi decenni la visione diffusa a partire dagli anni sessanta, nota ai paleontologi come «Dinosaur Renaissance», in cui i dinosauri sono pensati come antenati degli uccelli, più scattanti insomma dei letargici lucertoloni che continuano a popolare l’immaginazione di adulti e bambini.
L’autore di Leaping Laelaps è Charles R. Knight (1874-1953), il maggior paleoartista americano (e non solo) mai vissuto, sebbene non abbia avuto il riconoscimento che merita all’interno di una storia visiva poco interessata alla paleoarte. Knight consacra il cuore della sua carriera (1890-1920) alla ricostruzione della vita preistorica, dinosauri in primis. Tra i suoi committenti troviamo musei importanti quali quello di scienze naturali di New York, lo Smithsonian Institution di Washington DC, il Natural History Museum of Los Angeles County e il Field Museum di Chicago, che nel 1926 gli affida un ciclo di ventotto enormi pitture murali di scene preistoriche che ne sancisce la consacrazione.
Nato a Brooklyn, Knight è affetto sin dalla nascita da un astigmatismo e da una miopia severa, aggravati da un incidente a sei anni quando un sasso colpisce il suo occhio e altera una vista già debole, al punto che a 37 anni è considerato ufficialmente cieco; si dice che dipingesse col naso incollato alla tela. Se da giovane frequenta alcune scuole d’arte di Manhattan, dove assimila le tecniche della pittura impressionista riscontrabili anche in Leaping Laelaps, la sua Accademia di Belle arti sono gli zoo e i musei di storia naturale, soprattutto quello di New York. Grazie al padre, segretario del banchiere J.P. Morgan, tra gli amministratori del museo, poteva accedervi anche nei giorni di chiusura al pubblico. Nella calma sospesa delle sue sale passava il tempo a disegnare specie estinte, a osservare i tassidermisti realizzare animali per i diorama, a studiare attentamente ossa e fossili dei vertebrati. Prima di dipingere realizza dei calchi in argilla dei dinosauri – tra cui quello di Leaping Laelaps – per studiarne l’anatomia e le incidenze di luci e ombre sulla loro pelle squamosa. Senza dimenticare l’osservazione del comportamento animale, uno sguardo da etologo che rende le sue scene vivide e naturali, lontane da quelle stilizzate del passato: «Dipingeva le creature estinte come gli animali dello zoo del Bronx: come se gli si parassero davanti», precisano Zoë Lescaze e Walton Ford in Paleoart. Visions of the Prehistoric Past (Taschen 2017).
Non a caso il suo ingresso nella paleoarte viene dal museo newyorkese quando, nel 1894, il ricercatore Jacob Wortman gli chiede di disegnare un entelodonte (Elotherium), un mammifero preistorico a metà tra un cinghiale e un ippopotamo. Impressionato dal risultato, Henry Fairfield Osborn, paleontologo di formazione e presidente del museo, lo sollecita a recarsi a Filadelfia con Cope, scopritore del Laelaps. Cope, appena cinquantasettenne, è in fin di vita ma non manca di accogliere il giovane Knight, condividendo con lui i risultati di una vita di faticose campagne di scavo nell’Ovest americano, nonché le sue ipotesi sull’agilità dei dinosauri. E sotto la sua guida Knight scolpisce alcuni dinosauri in miniatura.
Life through the Ages (1946) resta il miglior libro di Knight. A sfogliarlo oggi ci si accorge che la sua visione della preistoria riflette, nella scrittura come nelle immagini, le conoscenze paleontologiche dell’epoca, in parte lacunari, come sottolinea Philip J. Currie nell’introduzione alla commemorative edition del libro. Tuttavia, al di là di alcune sviste scientifiche, la sua opera ha contribuito in modo determinante a forgiare l’immagine dei dinosauri, cioè a rendere visibili forme di vita scomparse, ad animare l’estinzione. E siamo in un periodo che, per restare agli Stati Uniti, produce Gertie the Dinosaur (1914), primo film d’animazione con un dinosauro di Winsor McCay, o dinosauri meccanici destinati alle Esposizioni universali di Chicago (1933) e New York (1964). Secondo lo storico dell’arte WJT Mitchell, autore di The Last Dinosaur Book (1998), i dipinti di Knight sono sospesi tra avanguardia e kitsch, in quanto «uniscono la resa scrupolosa di una novità assolutamente moderna al riutilizzo di cliché familiari e stili pittorici antiquati». Le sue immagini conoscono infatti da subito un’ampia circolazione tanto sulle copertine delle riviste scientifiche che sui libri d’infanzia e i sussidi didattici per le scuole.
Conservato al Dipartimento di Paleontologia dei vertebrati dell’American Museum of Natural History di New York, Leaping Laelaps fa parte del lascito di Knight, tra circa 800 disegni, 150 dipinti a olio e alcune sculture. Nel 2014 questo acquerello ha conosciuto un omaggio inatteso. In occasione della mostra Written in the Rocks: Fossil Tales of New Jersey sui numerosi fossili di dinosauri ritrovati in questo Stato americano, il New Jersey State Museum ha installato due scheletri di driptosauro che riprendono la stessa composizione di Leaping Laelaps. Grazie a Knight la vita postuma dei fossili prospera.

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