Judd: al MoMA da remoto
Uno dei «passaggi» della mostra di Donald Judd al MoMA di New York
Alias Domenica

Judd: al MoMA da remoto

La mostra di Donal Judd al MoMA di New York Chiusi i battenti, causa Covid-19, il 12 marzo: ma la passeggiata virtuale nelle sale bianche del museo sulla 53a offre un’inattesa verifica ermeneutica del minimalismo dell'artista americano. Negli anni sessanta la sua arte era letta nel segno del «silenzio» e del «vuoto»: un’idea messa in crisi a partire da un saggio 1967 di Michael Fried...
Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 5 aprile 2020
Foto di Donald Judd montata con “Untitled”, 1960, Ottawa, National Gallery of Canada   «The public is awful». Una considerazione tanto amara è contenuta nel celebre pezzo pubblicato da Donald Judd nell’«Arts Magazine» del 1973 sotto al titolo provocatorio di Complaints: part II. Dopo un’accesa invettiva inaugurale, rivolta già quattro anni prima alle fila composite della critica specializzata, l’artista americano aveva infatti deciso di proseguire la propria, personale geremiade con un nuovo contributo, indirizzato questa volta al ‘sistema museo’ statunitense: così, nel comporre una sequela di riprensioni ben congegnata, e nel riunire una serie di documenti probanti, non aveva risparmiato...
Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi