Visioni

John Coltrane e Eric Dolphy, sfida fino all’ultimo respiro

John Coltrane e Eric Dolphy, sfida fino all’ultimo respiroJohn Coltrane e Eric Dolphy – foto di Herb Snitzer

Note sparse Da nastri inediti ritrovati alla New York Library, esce in cd e vinile una performance live del 1961

Pubblicato circa un anno faEdizione del 2 agosto 2023

Mi compro il cd che tutti dicono indispensabile e già brontolo tra me e me: «Sarà il solito inedito spacciato dalla Impulse, tipo quell’A Love Supreme ultra-ultra-free degli ultimi giorni di Coltrane (1965, non proprio ultimissimi), inascoltabile, mica per la musica che si indovina superbissima ma per il sonoro semplicemente schifoso». Invece no. Questo Evening at the Village Gate di John Coltrane e, ospite di lusso, Eric Dolphy (naturalmente etichetta Impulse) funziona. S’intende dal punto di vista del percepire più che decentemente la musica che vi si suona. Dal punto di vista della qualità di quella musica… beh, lasciamo perdere… la classifica non si può fare, come dicono nelle cronache sportive, qui giocano in un altro campionato. Musica straordinaria vissuta come in transizione, nel momento, con furore. Ricordate il titolo di Gaslini, Il fiume furore del ’68? Ma forse lui si riferiva ad altre cose, più direttamente politiche e sociali, o forse no, o forse anche Coltrane, Dolphy e i loro compagni qui pensano o sentono le stesse cose. E siamo nell’agosto 1961.

NASTRI RITROVATI chissà dove, no, si sa dove li hanno ritrovati: alla New York Public Library for the Performing Arts. Coltrane al soprano e al tenore, Dolphy all’alto, al clarinetto basso e al flauto, McCoy Tyner al pianoforte, Reggie Workman e Art Davis ai contrabbassi, Elvin Jones alla batteria. Si comincia con My Favorite Things. Niente solita introduzione al piano, parte direttamente Dolphy al flauto e si direbbe molto coltraniano perché mostra un gran flusso di suoni e meno quei guizzi aspri che lo contraddistinguono. Però che grande! Uno dei pochi jazzmen che al flauto non faccia cascare le braccia, anzi! Cita tre volte il tema che appunto Coltrane ha fatto diventare un hit del jazz. Segue Coltrane in assolo, ma tutto il gruppo è stimolato, meglio dire incalzato, dal drumming pirotecnico-tribale-avantgarde di Jones. Lui non dà respiro e d’altra parte questa è musica fino all’ultimo respiro. Coltrane al soprano (come in 4 brani su 5) è veementissimo e ha una voglia pazza di iperuranio con quelle ascese non improvvise verso l’acuto.
Cinque brani, musica straordinaria vissuta – ed eseguita – con furore

Anche in When Lights Are Low parte direttamente Dolphy in assolo al clarinetto basso. In questa sessione e quindi in questo disco giochi d’assieme, temi all’unisono, cose così, non se ne fanno da parte dei due strumentisti principali. Dolphy bello da morire. Tanto in cerca di territorio libero quanto dispersivo. Fascino ingovernabile. Coltrane che segue è ridondante alla sua magnifica maniera. Qui si sente chiaramente la febbre del voler andare oltre, il desiderio di rottura, di disordine, di trovare le parole per dire ancora altro. Va in assolo anche Tyner ed è come una pausa di serenità.

PER LA PRIMA volta Coltrane e Dolphy suonano il tema di Impressions in avvio all’unisono. Pochi cenni poi è subito Coltrane in assolo al soprano. Ragionevolmente non si può distinguere un brano dall’altro per caratteri propri. È lo stesso grande fiume di suoni frementi, come diceva Gaslini?, sì, un grande fiume come i movimenti di quel ’68, lotte in fabbrica, nelle scuole, nei quartieri, lotte legali, lotte illegali, un grande fiume. Questa volta conta stare nello spazio libero, conta l’improvvisazione senza freni, che le armonie di base di un brano cambino con conta niente. Quando il tema torna è riconoscibile ma frastagliato, fatto di intrecci senza regole tra i due solisti.
La melodia di Greensleeves è occultata, nel brano c’è spazio per Tyner e per il drumming «crudele» di Jones. Africa è l’ultimo brano. Finalmente Coltrane al tenore. Nobilissimo in assolo, seppur traumatizzante, appena un po’ più votato alla costruzione. Ma si ascolta tutto il gruppo, anche Workman e Davis in assolo, molto un Tyner terrigno tutto in accordi. Volendo dare i voti, questo è il top.

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