L’offerta di Lufthansa per Ita è finalmente arrivata. I tappeti rossi preparati da Giorgetti permettono ai tedeschi di limitarsi a «una lettera di intenti» con impegni generici, senza alcun numero. Lasciando alla trattativa con il Mef la definizione dei (tanti) elementi delicati. A partire dalla richiesta di copertura per i (molto probabili per Lufthansa) reintegri dei lavoratori Alitalia non riassunti e la possibilità di uscire dall’affare nel caso che i bilanci di Ita – ora in profondo rosso – non migliorino.

COME «PRIVATIZZAZIONE» – invocata da decenni dai liberisti nostrani – quella di Lufthansa è invero assai particolare: garanzie statali e zero rischi di impresa, il tutto con la certezza di riempire i propri aerei su i più profittevoli voli intercontinentali negli hub tedeschi. Bello il mercato italiano, visto da Francoforte.

La privatizzazione di Ita comunque si conferma una svendita: pur in assenza di numeri, dall’entrata in carica del governo Meloni il valore di Ita si è dimezzato. Il decreto Giorgetti che il 21 dicembre ha fissa i nuovi criteri per la privatizzazione prevede all’articolo 3 che «il prezzo di acquisto della partecipazione» – l’offerta di Lufthansa – sia calibrata rispetto al «valore del patrimonio netto di Ita» alla data della chiusura definitiva dell’accordo.

Ad oggi quel valore è stimato sui 550 milioni. Senza voler scomodare il valore sparato dall’ex presidente Altavilla – 1,4 miliardi – e limitandosi alle stime fatte a settembre da Certares (il fondo americano scelto dal governo Draghi) e dagli analisti, il valore complessivo di Ita si attestava sui 950 milioni. Dunque in quattro mesi il valore di Ita è sceso di circa la metà.

In questo quadro, Lufthansa ha inviato a Equita, l’advisor del Mef, una proposta che verosimilmente fissa un range per la percentuale di ingresso in Ita fra il 30 e 40 per cento tramite un aumento di capitale che si può stimare fra i 300 e i 350 milioni. Tanto basterà a sottoscrivere a breve un «memorandum d’intesa».

POI SI APRIRÀ LA TRATTATIVA. E qui Lufthansa cercherà di inserire – magari alzando un po’ la proposta economica – la richiesta di copertura legale per le 1.146 cause di reintegro presentate da lavoratori ex Alitalia in nome della continuità e l’articolo 2112 del codice civile,

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Ita-Alitalia, cade il muro segreto sulla continuità. Pare però impossibile che un’entità pubblica come il ministero dell’Economia possa accettare una clausola simile.

ANCHE SULLA POSSIBILITÀ di uscire da Ita nel caso la privatizzazione non produca utili, il cammino sembra in salita. Possibile invece che nella trattativa Lufthansa si limiti a prevedere solo una opzione per arrivare in maggioranza e che non la eserciti in caso di risultati negativi. La stessa cosa che fece Air France – che ieri ha comunicato al Mef la non partecipazione al bando per Ita – quando arrivarono gli emiri di Etihad nella fallimentare privatizzazione renziana del 2015.

A CONDURRE la trattativa con Lufthansa per il Mef sarà il direttore generale. E qui riaffiora la lotta intestina all’interno del governo. L’attuale dg di viale XX settembre Alessandro Rivera è inviso a Giorgia Meloni ma Giorgetti ha tolto alla premier uno dei suoi papabili sostituti: Antonino Turicchi, nominandolo proprio presidente di Ita. Difficile che Turicchi – che come tutto l’attuale cda dovrà comunque esprimere un giudizio sulla proposta di Lufthansa – possa essere chiamato a condurre la trattativa. L’alternativa è l’ad di Consip Cristiano Cannarsa. Sempre che non la spunti di nuovo Giorgetti con la conferma di Rivera.

IN TUTTO QUESTO, OGGI l’attuale ad di Ita Fabio Lazzerini dovrebbe sottoscrivere con i sindacati confederali un accordo per aumentare i salari del personale viaggiante, dopo i tagli del 30% imposti da Altavilla nel periodo da «start up» della nuova compagnia. Non proprio un regalo a Lufthansa. Che difatti di certo non lo confermerà.

Sul fronte sindacale le varie sigle di categoria «prendono atto» dell’offerta di Lufthansa ma ora chiedono al governo di essere «coinvolti» nella trattativa. La Filt Cgil chiede «una rapida convocazione».