Economia

Ita aumenta (un po’) i salari ma il cda è spaccato

Aerei ita airways - foto LaPresseAerei Ita airways sulla pista – Foto LaPresse

Cieli Precari Nonostante una media del 20%, stipendi più bassi delle low cost. Tre voti a favore, due contro: spaccatura fra Giorgetti e Meloni. I «no» sono arrivati dai consiglieri Arrigo e Alemanno, i più vicini a palazzo Chigi

Pubblicato più di un anno faEdizione del 22 febbraio 2023

Primo sciopero scongiurato, salari leggermente aumentati – da aprile in poi – con il benestare di governo e Lufthansa. Ma con il Consiglio di amministrazione spaccato.
La piccola Ita continua a registrare primati negativi e a scrivere pagine senza precedenti.

LA LUNGA QUERELLE sugli stipendi da aumentare per concludere il periodo da start up – l’unica al mondo con ben 1,3 miliardi di capitale – si è conclusa ieri sera con un Cda che ha approvato l’aumento mediato con i sindacati confederali e Anpac e Anpav: per i circa 3.800 dipendenti riassunti il compromesso prevede aumenti che scatteranno con un criptico calcolo di «15 mesi» dalla firma del contratto nazionale, siglata a dicembre 2021, e dunque da aprile per chi era già assunto a quel tempo. In più il loro importo – 38% medio in più per i piloti; 23% per gli assistenti di volo; 15% per il personale di terra – non recupera per niente dai tagli agli stipendi decisi al decollo della compagnia a ottobre 2021 dall’allora presidente Altavilla. E gli stipendi rimangono fra i più bassi perfino fra le compagnie low cost.

Ma, come anticipato, ben due membri del consiglio di amministrazione hanno votato contro sostenendo come i conti in profondo rosso di Ita – la perdita nel 2022 grazie alla fallimentare gestione di Altavilla sarà fra 500 e 600 milioni – non permettessero un aumento del costo del lavoro e un ulteriore peggioramento dei conti che si tradurrà in un ulteriore sconto a Lufthansa. Gli effetti sul costo del lavoro sui primi mesi andranno scomputati al valore della compagnia e consentiranno a Lufthansa di pagare ancora meno per entrare con il 30 o 40% con soli 200 milioni, sapendo comunque di poter comandare, grazie al decreto con cui Giorgetti ha steso tappeti rossi ai tedeschi.

A VOTARE SÌ sono stati l’ad Fabio Lazzerini – che si era già venduto l’accordo due settimane fa senza avere il via libera del Cda – il presidente Antonino Turicchi e la consigliera ex EasyJet Frances Ousleey, che ha cambiato opinione nell’ultima settimana.

A votare no invece sono stati il professor Ugo Arrigo e Gabriella Alemanno. Si tratta dei due membri più vicini a palazzo Chigi e che quindi segnalano una spaccatura fra il ministro Giorgetti e Giorgia Meloni.

Ita Airways in una nota definisce l’accordo «un passo necessario perché l’azienda possa cogliere le opportunità di crescita del mercato». La manovra salariale è strutturale e permetterà alla compagnia di “valorizzare” il personale formato e potrà sostenere una campagna di assunzioni in un mercato fortemente competitivo. «Ita Airways, dopo una iniziale fase di crescita successiva al primo anno di operatività e in un contesto di mercato espansivo, ha recentemente confermato gli impegni in termini di incremento della flotta e di apertura di nuovi collegamenti».

SODDISFATTI I SINDACATI confederali che dopo la figuraccia di Lazzerini due settimane fa avevano proclamato sciopero (che sarà revocato oggi dopo la convocazione alle 15 da parte dell’azienda) di 4 ore per il 28 (mentre per la gestione da macelleria sociale dell’ex presidente Altavilla non lo avevano mai proclamato). «Siamo soddisfatti per la decisione del cda che sancisce il termine della fase da start up della compagnia bandiera, riporta gradualmente le retribuzioni ai valori previsti dal contratto nazionale e garantisce condizioni di piena sostenibilità al Piano industriale in corso di definizione con Luthansa», commentano Fit Cisl, Filt Cgil, Uilt, Anpac e Anpav.

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