Israele a destra senza sfumature
I bus dell'apartheid e non solo Quando il primo ministro ha detto che questo governo lavorerà per la pace, le sonore risate dell’opposizione hanno rappresentato il lato comico della tragedia
I bus dell'apartheid e non solo Quando il primo ministro ha detto che questo governo lavorerà per la pace, le sonore risate dell’opposizione hanno rappresentato il lato comico della tragedia
Per gli smemorati: Israele è l’unica democrazia del Medio Oriente… O forse le cose sono un po’ diverse?
Meno di una settimana fa, il premier Benjamin Netanyahu ha presentato al Parlamento il nuovo governo; un numero da circo, fino all’ultimo momento non si sapeva chi sarebbe stato nominato ministro, chi viceministro – carica onorifica, quasi priva d’importanza.
L’agitazione più grande era all’interno del partito del primo ministro, che mantiene diversi ministeri fra i quali Esteri e Comunicazioni. Teoricamente la situazione si spiega con l’intenzione di invitare i Laburisti a far parte della coalizione, ma questo è molto poco probabile nel futuro prossimo, la faccenda potrebbe dunque essere molto più grave.
È davvero un governo di destra. Puro, radicale, senza dubbi o sfumature. Nel suo discorso inaugurale, il primo ministro ha detto che questo governo lavorerà per la pace; le sonore risate dell’opposizione hanno rappresentato il lato comico della tragedia: è un governo che difficilmente può presentarsi al mondo come democratico, e quanto all’interesse per la pace, ne è del tutto sprovvisto.
Poco dopo il ministro della Difesa ha annunciato il grande passo destinato a proteggere la vita dei coloni israeliani nei territori occupati: i palestinesi che hanno il permesso di lavorare in Israele non potranno viaggiare sugli stessi pullman dei coloni israeliani «per ragioni di sicurezza». In seguito alle forti proteste, dopo poche ore il governo ha annunciato la sospensione del proveddimento. L’ex comandante militare della regione centrale aveva già dichiarato la sua indisponibilità ad applicare la norma, richiesta dai coloni israeliani nei Territori Occupati. Logicamente, era stato accusato di essere un sinistrorso – delitto piuttosto grave nell’Israele di oggi; anche se il carattere di apartheid della misura pretesa dai coloni era più che evidente.
Altre prove del carattere del nuovo regime. La ministra della Giustizia ha dichiarato che si deve rispettare il sistema giudiziario… Ma ovviamente i giudici devono tener conto del fatto che non possono prendere decisioni contrarie alla volontà del Parlamento, dal momento che questo rappresenta la volontà popolare.
La ministra della Cultura – già nota per le sue dichiarazioni contro i rifugiati dall’Eritrea (ovvero: Sono un cancro») – ha promesso di essere il ministro di tutti e di tutelare le diverse espressioni culturali… Ma ovviamente questo non significa accettare gli estremismi di destra o sinistra: «Se è necessario, si può censurare, non è possibile criticare i nostri soldati o collaborare con chi delegittima Israele…». Certo, bene i tribunali e la democrazia, ma pochi giorni fa la Corte Suprema ha approvato con due voti contro uno la demolizione di un piccolo villaggio beduino, perché lì dovrà sorgere un nuovo insediamento ebraico!
Il Primo ministro è anche ministro delle Comunicazioni e in quella veste si è affrettato a predisporre provvedimenti che metteranno in pericolo l’esistenza del canale televisivo 10, eccessivamente critico. Democrazia, ma senza esagerare… Netanyahu ha negato un’intervista a questo canale perché odia personalmente l’apprezzato giornalista Raviv Druker, il quale, incaricato della sezione politica, in più occasioni ha trasmesso analisi e notizie critiche rispetto al Primo ministro.
E chi aspetta una riedizione del Netanyahu del 2010 – allora egli accettò la soluzione dei due Stati come base per i negoziati di pace – bene, dovrà attendere a lungo. Oggi Israele ha uno dei peggiori governi di destra che si possano immaginare, senza reali prospttive di pace, con fortissime tendenze antidemocratiche, con correnti filo-fasciste e misure da apartheid.
Chi ha creduto al vecchio ritornello dell’unica democrazia della regione – diventata, negli ultimi anni, etnocrazia – dovrà trovare il modo di far capire all’opinione pubblica internazionale che questo è un governo pericoloso, per tutta la regione, per la pace, per la stessa Israele.
Il ministro della Difesa ha sospeso l’applicazione della misura relativa ai pullman, ma non l’ha cancellata. L’ha sospesa a causa delle reazioni internazionali. Ma non l’ha annullata, a causa delle proteste della destra radicale.
Questo è un governo di estrema destra ed è opportuno che lo capiscano tutti, senza le solite reticenze, senza la delicatezza abituale, senza tirare in ballo le scuse e accuse del passato: «È antisemitismo», «vogliono annientarci»…
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