Di questi tempi l’Iran è di moda, e per questo motivo c’è chi si imbarca in progetti editoriali scrivendo di un Paese complesso, in cui non hanno mai messo piede e di cui non hanno competenze. Ma ci sono libri che, al contrario, sono frutto di un serio lavoro di ricerca e sono una valida lettura di approfondimento anche per gli specialisti di Iran e Medio Oriente.
Il primo si intitola Ero roccia ora sono montagna. La mia battaglia per la libertà delle donne in Iran e nel mondo, lo ha scritto l’alpinista professionista iraniana Nasim Eshqi con l’antropologa e regista Francesca Borghetti (Garzanti, pp. 170, euro 18). Come un fiore che sboccia nel deserto, la determinata Nasim è riuscita a perseguire i propri sogni e ad arrampicare dapprima in Iran e poi in altri Paesi, trasformando la passione per la montagna in un lavoro, riuscendo a mantenersi insegnando ad altre donne come affrontare la parete di roccia. Un libro appassionante, una lettura scorrevole, scritto quando ormai Nasim si era trasferita in Italia. Il documentario Climbing Iran (disponibile su RaiPlay) era invece stato girato da Francesca Borghetti quando Nasim viveva ancora a Teheran e cerca di conciliare da una parte il desiderio dell’autrice di comprendere l’Iran e, dall’altra, di riprendere l’atleta senza metterla in pericolo. Si segnala anche il podcast Nasim, Iran verticale del 2022.

ALTRETTANTO INTRIGANTE è il diario di viaggio della motociclista britannica Lois Pryce che nel 2013 e nel 2014 ha compiuto due viaggi in solitaria dell’Iran con la sua Yamaha da cross. Nel libro Un viaggio rivoluzionario. Il vero Iran, in motocicletta (traduzione di Marina Cianferoni, pp. 240, euro 22), Lois racconta il suo primo viaggio: i timori, l’accoglienza calorosa, l’autonomia di un viaggio in moto ma anche la vulnerabilità di una donna che viaggia da sola per migliaia di chilometri. Un libro ricco di emozioni, al tempo stesso frutto di uno studio approfondito sulla storia e sulla cultura di un paese millenario, in cui si percepisce il registro di scrittura della giornalista che nel 2003 ha lasciato la Bbc di Londra per fare il giro del mondo in moto. A dare alle stampe il volume in italiano è La Mala Suerte Ediciones, una piccola casa editrice spagnola in Asturia, specializzata in libri che ruotano intorno alla storia della motocicletta (il volume si può acquistare solo su Amazon, o presso le librerie I viaggi di Gulliver di Verona e Pangea di Padova).

PER UN’ANALISI PUNTUALE delle proteste innescate dalla morte della 22enne curda Mahsa Amini il 16 settembre 2022, si ricorda il volume Iran. Il tempo delle donne (pp. 172, euro 17,50) di Luciana Borsatti che a Teheran ha trascorso due anni come corrispondente dell’agenzia Ansa. Nulla è semplice quando si parla di Iran, afferma la giornalista, che ripercorre la cronaca delle proteste per soffermarsi sulla rivoluzione della Generazione Z, sul dialogo impossibile tra la leadership iraniana e la piazza, sulle divisioni della diaspora, sulla grande macchina dei social media e sugli scenari possibili. Arricchito da diverse testimonianze, il libro è dedicato al movimento Donna vita libertà e si apre con la prefazione dell’inviata di Rai3 Lucia Goracci.
Sempre sul tema dei diritti, nel saggio Iran, donne e rivolte (Scholé, pp. 160, euro 14) l’antropologa Sara Hejazi scrive che «districarsi per comprendere la natura profonda delle proteste in atto oggi è praticamente impossibile». Partendo dallo slogan Donna vita libertà, la studiosa italo iraniana osserva come nella Repubblica islamica si registri il tasso di fertilità più basso del Medio Oriente (1,3 figli a donna) e sempre meno giovani decidano di sposarsi. Dati di fatto, questi, che si spiegano con le contaminazioni con l’Occidente, grazie ai social media e ai parenti nella diaspora, ma anche con l’istruzione femminile diffusa, pure a livello universitario e tra le ragazze dei ceti sociali più tradizionali e religiosi, a cui lo Stato islamico ha permesso di ottenere il consenso delle famiglie per lavorare e guadagnare, entrando così a pieno titolo nella sfera pubblica.