#iorestolibero, il 25 aprile sarà nella piazza virtuale
Antifascismo 75 anni dalla liberazione del nazifascismo. Una mobilitazione virtuale per celebrare il valore della libertà di fronte a pericoli autoritari insiti nell'emergenza pandemica
Antifascismo 75 anni dalla liberazione del nazifascismo. Una mobilitazione virtuale per celebrare il valore della libertà di fronte a pericoli autoritari insiti nell'emergenza pandemica
Che il lockdown fra due settiimane sia finito o no; che sia rigoroso come in queste ore o attenuato, in ogni caso il 25 aprile quest’anno non potrà essere ricordato con i tradizionali cortei di piazza di Milano e Roma.
Quest’anno il 75esimo anniversario della festa della Liberazione cade in piena quarantena nazionale e in pieno «distanziamento sociale». Ma una piazza ci sarà lo stesso. E l’obiettivo è che diventi la più grande di sempre.
Per questo ieri dal sito 25aprile2020.it è partita la convocazione «per ritrovarci insieme a festeggiare il 25 aprile in una grande piazza virtuale». L’iniziativa non ha un comitato promotore e tenta l’allargamento massimo consentito dalla matrice antifascista: «Occorre porre fine a tutte le guerre fratricide per unirci tutti nell’unica lotta contro i tre nemici comuni: il virus, il riscaldamento del pianeta e le disuguaglianze socio-economiche. Sarà un 25 aprile di liberazione, forse il più grande dal dopoguerra. Stringiamoci intorno alle nostre comunità locali per ridare forza alla comunità nazionale e a quella planetaria», dice l’appello.
Dunque l’hashtag delle misure antivirus #iorestoacasa avrà un upgrade e diventerà #iorestolibero. Slogan con molte sfumature di significato, con un di più di fascino oggi che in alcuni paesi europei – l’Ungheria e la Polonia – lo stato di emergenza antivirus diventa espediente per torsioni autoritarie. All’appello hanno già aderito personalità dei mondi più diversi: l’ordine alfabetico propone fra gli altri Arbore, Asor Rosa, Barricco, Orietta Berti, Tito Boeri, ma a scorrere l’elenco si trovano migliaia di tasselli democratiche del puzzle del italiano, dalle diverse trincee: don Luigi Ciotti, Liliana Segre, Aboubakar Soumahoro, Gino Strada, Andrea Alzetta, Romano Prodi, il cardinal Zuppi, ma anche Michelle Hunziker, Rita Pavone e Piero Pelù. Fra i direttori di giornali Verdelli (Repubblica), Travaglio (Fatto), Tarquinio (Avvenire), Molinari (Stampa), oltre ai nostri Rangeri e Di Francesco, la fondatrice del manifesto Luciana Castellina e quello di Repubblica Eugenio Scalfari.
Dal sito parte anche l’invito a fare donazioni alle associazioni che si occupano di assistere le persone senza dimora e di gestire le mense dei poveri (tramite la piattaforma GoFundMe, un comitato di garanti vigila sul buon esito). L’evento in rete si terrà dalle 14,30, si aprirà con l’Inno di Mameli e si chiuderà con Bella Ciao. Sceltissimi gli oratori, fra loro senz’altro ci sarà Carla Nespolo, presidente dell’Anpi. L’associazione dei partigiani per quel giorno ha lanciato anche un’altra iniziativa suggestiva: cantare o suonare in ogni balcone e finestra «Bella ciao», si legge su Anpi.it, «facciamo sentire la forza della Liberazione, della Costituzione, dell’unità. In particolare, per questo tempo».
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