La nomina dei commissari di Inps e Inail sta creando un vero e proprio terremoto all’interno della maggioranza, specie nella Lega. Il sottosegretario Claudio Durigon, attuatore dei flop Quota 100 e 103, ha minacciato di dimettersi in aperto contrasto con i nomi proposti dalla ministra del Lavoro Marina Calderone e avallati – di più, imposti – dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.

La battaglia va avanti da più di un mese (10 maggio), da quando usando la decretazione d’urgenza il governo Meloni ha deciso di occupare i due istituti di servizi pubblici più importanti, facendo fuori Pasquale Tridico e – solo per bilanciare – il leghista Franco Bettoni.

Nonostante il caos che il decreto ha provocatori in Inps e Inail, la nomina dei commissari era stata prevista entro 20 giorni. Dopo una girandola di nomi infinita, giovedì sera finalmente la ministra del Lavoro – con potere di proposta che lo stesso decreto nella prima versione le aveva tolto – ha portato a palazzo Chigi i due nomi per i commissari: Micaela Gelera per la poltrona più importate dell’Inps e Fabrizio D’Ascenzo per l’Inail, la prima è molto vicina alla ministra in quanto gestisce la cassa dei Consulenti del lavoro, il secondo è preside della Facoltà di economia dell’università La Sapienza in scadenza e figlio dello storico rettore.
Entrambi non sono per niente avvezzi né alle materie gestite da Inps e Inail, né al ruolo di commissari. L’unica novità sarebbe la prima donna a capo dell’Inps.

Si tratta in più di due autentici carneadi mai ricompresi nelle rose delle settimane scorse, grigie figure tecniche che già di per sè testimoniano come la guerra su Inps e Inail si protrarrà alla fine del loro mandato, quando dovranno essere nominati nuovi presidenti.

Ciononostante i nomi proposti da Calderone a Meloni hanno mandato su tutte le furie il suo vice leghista Claudio Durigon che da mesi trama per piazzare il suo sodale all’Ugl Francesco Capone all’Inail e che è stato scavalcato dal collega di partito Giorgetti sulla nomina.

La spaccatura all’interno della Lega per il momento ha prodotto lo stop alla nomina dei due commissari che comunque è prevista con un Decreto della presidenza del consiglio (Dpcm) e dunque da parte di Giorgia Meloni.

Nei giorni scorsi Fratelli d’Italia era già riuscita a scavalcare la Lega: tenendosi per sè la più importante poltrona dell’Inps e lasciando al partito di Salvini l’Inail, peraltro già occupata con Bettoni.

Finora Calderone sembrava non toccare palla nella intricata vicenda. I nomi proposti – soprattutto quello della fedele Micaela Gelera – dimostrano invece il tentativo di prendersi una qualche autonomia da Giorgia Meloni. Che però potrebbe subito riprendere il controllo, nominando in prima persona altri due commissari anche per evitare che la guerra intestina nella maggioranza provochi ulteriori tensioni nel governo, già alle prese con tanti dossier scottanti.

Nel frattempo i due istituti sono da un mese senza guida e devono affrontare scadenze fondamentali, specie all’Inps. Qui il direttore generale Vincenzo Caridi dovrà gestire – senza l’aiuto del Cda che Tridico non convoca più – l’approvazione del Rendiconto , sperando che almeno entro il 4 luglio – giorno della presentazione del Rapporto Annuale in parlamento – il governo sia riuscito a nominare un commissario per officiare all’atto più politoco dell’Inps.