Verso la fine delle Grandi correnti della mistica ebraica, Gershom Sholem racconta una antica leggenda chassidica: storie di rebbe, delle loro comunità e dei loro prodigi che sostituiscono alle disquisizioni teoriche la materia favolosa di vicende esemplari e stupefacenti. Il Baal Shem Tov – ricorda Scholem citando Agnon – amava rifugiarsi nei boschi; accendeva un fuoco, meditava, diceva preghiere e, per incanto, tutto ciò che desiderava si realizzava. Di generazione in generazione, di rebbe in rebbe, scompare il bosco, non si accende il fuoco, si dimenticano le preghiere, ma «di tutto questo possiamo almeno raccontare la storia» afferma decenni dopo...