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In Brasile avanza la legge che equipara aborto e omicidio. Un test “evangelico” per Lula

In Brasile avanza la legge che equipara aborto e omicidio. Un test “evangelico” per LulaLa protesta "verde" sull'Avenida Paulista, a San Paolo – Ap

Diritti a rischio Regime d'urgenza per il PL 1904. E ondava "verde" di protesta in tutto il Paese. L’avvocata Maíra Recchia denuncia: «Alle donne pena doppia rispetto agli stupratori»

Pubblicato 4 mesi faEdizione del 15 giugno 2024

Migliaia di manifestanti hanno occupato giovedì le strade delle principali città brasiliane portando cartelli e fazzoletti verdi, in onore alle femministe argentine, con gli slogan «Le bambine non sono madri», «Rispetto per le donne» e «Questo è Gilead» (in riferimento alla saga The Handmaid’s Tale). Le manifestazioni sono state indette contro un nuovo passo (indietro) compiuto nella storica disputa sul diritto all’aborto in Brasile. La Camera dei Deputati ha infatti approvato la procedura del “regime d’urgenza” per la votazione di un progetto di legge che equipara al crimine di omicidio qualsiasi aborto realizzato dopo 22 settimane di gestazione.

L’aborto è considerato reato in Brasile, con l’eccezione dei casi di rischio per la vita della gestante, stupro o anencefalia fetale. Nel progetto firmato da 32 deputati conservatori, la regola varrebbe anche per queste eccezioni, per le quali oggi non esiste un limite di tempo.

IL REGIME D’URGENZA significa che il progetto può essere votato direttamente, senza la necessità di dibattiti e pareri espressi dalle commissioni.

Il controverso PL 1904/2024 modifica il Codice penale brasiliano, istituito nel 1940, introducendo pene da 6 a 20 anni per chiunque sia coinvolto in un aborto dopo la 22ª settimana di gravidanza. L’autore del testo, il deputato del Partido Liberal (Pl) e pastore evangelico Sóstenes Cavalcante, ha affermato che intende «mettere alla prova» l’impegno del presidente Lula con i settori religiosi e in particolare evangelici. Se approvato, il progetto dovrà ancora passare dal Senato e dalla convalida presidenziale prima di diventare effettivo.

Dei 13 paesi sudamericani, sei, tra cui Argentina, Cile e Colombia, hanno già depenalizzato l’interruzione di gravidanza. Il tema emerge spesso nei tribunali superiori e nelle assise legislative brasiliane. A settembre, il Supremo tribunale federale ha iniziato a giudicare un’azione sulla depenalizzazione dell’aborto fino alla 12ª settimana, ma il giudizio è stato interrotto.

La disputa delle forze politiche e le elezioni legislative previste fra due anni sono, ancora una volta, sullo sfondo della discussione. «A favore della vita» è il motto dei politici che premono, di tanto in tanto, su questo tasto, e che trova riscontro soprattutto nell’elettorato evangelico e cattolico.

Diversi deputati dell’opposizione si sono lamentati della rapidità con cui è stata realizzata la votazione sull’urgenza – 24 secondi. Il presidente della Camera Arthur Lira dei Progressistas (Pp) «non ha nemmeno annunciato che si stava votando il progetto di legge», ha lamentato la deputata del Partido Socialismo e Liberdade (Psol) Sâmia Bomfim. Secondo i presidente del Senato, Rodrigo Pacheco del Partido social democrático (Psd), una materia «di questa natura deve essere sottoposta alle commissioni competenti e alle donne del Legislativo».

Ministri, giornalisti, avvocati e specialisti contrari alla proposta sono convinti che la vita di migliaia di donne e ragazze, le principali vittime di violenza sessuale, sarebbe a rischio. Secondo l’Annuario brasiliano di Sicurezza pubblica, nei 74.930 stupri avvenuti in Brasile nel 2022 l’88,7% delle vittime erano donne e il 60% minori di 13 anni di età.

Secondo l’avvocata e presidente dell’Osservatorio elettorale dell’Oab San Paolo, Maíra Recchia, il PL 1904 attacca diritti fondamentali come il diritto alla vita, alla salute e al benessere delle donne e dei bambini. «È un regresso – dice Recchia – alla legislazione che c’era prima del 1940. Oltre ad essere una questione crudele e misogina, è sproporzionata, imponendo alle donne come pena massima il doppio di quella prevista per il crimine di stupro, cioè 10 anni».

Secondo l’avvocata, se approvato, il PL 1904 infliggerà a donne e bambini una vera violenza legislativa e statale. «Le vittime di stupro, che dovrebbero essere accolte dallo Stato, siederanno sul banco degli imputati – osserva – e saranno processate per la violenza subita».

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