Il tour celebrativo (e privilegiato) di una popstar
Pompei Tra le immagini circolate sui social network anche quelle relative alle performance andate in scena presso il Teatro Grande, dove era stato inoltre predisposto il buffet «stellato»
Pompei Tra le immagini circolate sui social network anche quelle relative alle performance andate in scena presso il Teatro Grande, dove era stato inoltre predisposto il buffet «stellato»
Madonna non è Cenerentola e il party per il suo 66esimo compleanno nell’antica città di Pompei si è protratto ben oltre la mezzanotte. D’altronde, il 16 agosto la regina del pop è arrivata soltanto verso le 22 al Porto di Stabia. Da lì ha poi raggiunto il sito archeologico, dove i fans l’aspettavano numerosissimi all’ingresso. Un comunicato stampa diffuso alle prime ore del mattino di ieri informava che «Madonna ha visitato l’area archeologica di Pompei, dove ha incontrato un gruppo di adolescenti e bambini che partecipano al progetto Sogno di Volare, promosso dal Parco Archeologico con l’obiettivo di coinvolgere la comunità locale nella vita culturale del sito Unesco».
«L’artista – continua la nota – ha deciso di sostenere il progetto, che vede i giovani impegnati in un percorso creativo che culmina nella messa in scena di una commedia classica nel Teatro Grande della città antica, finanziando tutto l’anno 2024-25, il quarto dall’avvio dell’iniziativa, tramite la sua fondazione Ray of Light». Insomma, secondo la narrazione ufficiale «un’ipotesi di visita serale» si è trasformata «in una partnership che mette al centro il futuro del sito archeologico e della sua heritage community». Ma se un successivo comunicato, diramato congiuntamente alla prefettura di Napoli, accennava ad alcune performance artistiche svoltesi durante il «tour emozionale» tra le rovine guidato dal direttore del Parco, ci hanno pensato ballerini, truccatori e operatori coinvolti a effettuare un accurato reportage del «Bday» di Madonna. Le foto e i video postati su Instagram e Tik Tok danno un’idea piuttosto precisa dello spettacolo – che si ispira inequivocabilmente alle vittime dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. e che ha visto protagonisti i danzatori James Vu Anh Pham e Daniele Sibilli, la cantante Sara Gioielli e il musicista Eugenio Fabiani –, allestito nella Casa del Menandro.
Tra le immagini circolate sui social network anche quelle relative alle performance andate in scena presso il Teatro Grande, dove era stato inoltre predisposto il buffet «stellato». Niente di estemporaneo dunque. E nulla che abbia a che fare davvero col mecenatismo e con la comunità, la quale – ovviamente – è rimasta fuori dai cancelli. Malgrado una comunicazione ambigua e fuorviante – arrivata persino a smentire una festa con tutta evidenza preparata da tempo nei minimi dettagli – si è trattato non troppo velatamente di un uso privato (e culturalmente ingiustificato) del sito archeologico.
L’«affitto» della location del I secolo d.C. è costato alla star americana circa 280mila. Che 250mila siano stati destinati a un progetto di carattere educativo e sociale non cambia certo la realtà dei fatti. Anzi, fa riflettere e discutere. Se è sufficiente ammantare un accordo commerciale di buonismo, allora significa che il patrimonio può essere (s)venduto per soddisfare le smanie di chiunque abbia una cospicua disponibilità economica. Sarebbe stato bello ascoltare il coro dei bambini e dei ragazzi implicati nel percorso «Sogno di Volare», conoscere i loro desideri e le loro emozioni. Dell’incontro (presunto) con Madonna ci resta invece solo una foto, in cui li vediamo schierati davanti alla Casa del Menandro. All’interno della raffinata domus, infatti, c’era posto solo per una ristretta cerchia di privilegiati.
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