Due Madonne per un’Assunzione
Pompei-party Le voci, gli affitti, le smentite, la visita notturna della popstar americana come «evento culturale», cena annessa: al Teatro Grande fervono i preparativi. Da quando è entrata in vigore la Riforma Franceschini, che ha concesso l’autonomia finanziaria a una trentina di istituti culturali (ora sono circa il doppio), l’uso privatistico di musei e monumenti è diventata una delle questioni centrali del dibattito sul patrimonio
Pompei-party Le voci, gli affitti, le smentite, la visita notturna della popstar americana come «evento culturale», cena annessa: al Teatro Grande fervono i preparativi. Da quando è entrata in vigore la Riforma Franceschini, che ha concesso l’autonomia finanziaria a una trentina di istituti culturali (ora sono circa il doppio), l’uso privatistico di musei e monumenti è diventata una delle questioni centrali del dibattito sul patrimonio
Chi avrebbe mai detto che alle pendici del Vesuvio, nei giorni in cui i cattolici celebrano l’Assunzione, la popolarità della Madonna di Pompei sarebbe stata oscurata da un’altra Madonna? In effetti, in riferimento a quest’ultima, si tratta dell’apparizione di una star mondiale – all’anagrafe Veronica Ciccone –, balzata agli onori delle cronache per un evento più terreno. Le voci attorno a una festa di compleanno hollywoodiana negli Scavi di Pompei hanno iniziato a circolare il 9 agosto, quando il Mattino ha rivelato che l’artista americana aveva scelto ancora una volta il Belpaese – terra di origine del padre Silvio Anthony «Tony» – per spegnere le candeline, 66 per la precisione.
Nessuna ufficialità, tuttavia, ma solo rumors relativi all’affitto del Teatro Grande di Pompei – dove gli eventi mondani non sono certo una novità – e una lista di cinquecento invitati, tra cui figurerebbe anche il ministro meno «pop» ma più gaffeur del governo Meloni, Gennaro Sangiuliano. Una pietra lanciata nello specchio di mare tra Capri e Positano, luoghi in cui si aggirerebbe – secondo varie testate – il mega-yacht che ospita Madonna e i suoi amici, non poteva che provocare uno tsunami.
DAL 2014 – ovvero dal momento in cui è entrata in vigore la Riforma Franceschini, che ha concesso l’autonomia finanziaria a una trentina di istituti culturali (ora sono circa il doppio) – l’uso privatistico di musei e monumenti è diventata, infatti, una delle questioni centrali del dibattito sul patrimonio. Lo sanno bene i cosiddetti «super-direttori», che per far fronte alle critiche degli addetti ai lavori e della società civile tacciono su accordi commerciali e operazioni non solo discutibili sul piano culturale ma anche dannose per la tutela dei monumenti e delle collezioni. Solo tre mesi fa, ad esempio, hanno fatto scalpore le foto «clandestine» dello show organizzato da Bulgari al Museo nazionale romano per presentare la nuova collezione di gioielli di lusso.
IN QUELL’OCCASIONE, le Terme di Diocleziano sono state chiuse al pubblico durante due settimane senza spiegazioni di sorta mentre vip e politici trascorrevano le serate ascoltando musica dal vivo e mangiando tartine tranquillamente poggiati sulle sculture antiche. Nel tentativo di arginare le polemiche, il 12 agosto il Parco archeologico di Pompei ha prima cercato di distrarre i media annunciando l’ennesimo ritrovamento di due vittime dell’eruzione, e poi smentito con una scarna ed ambigua nota il «mega party» di Madonna (previsto per il 16). Una comunicazione a dir poco maldestra, a cui è seguito l’annuncio del prefetto di Napoli, il quale conferma invece la presenza della star tra le rovine di Pompei (di cui sarebbe un’appassionata…) per un non meglio specificato evento culturale.
Intanto, mentre si riassetta la Casa del Menandro per una «visita speciale» e al Teatro Grande fervono i preparativi, ci si chiede se gli chef stellati ingaggiati per la cena proporranno una pietanza unica: la «pizza» con melagrana. D’altronde, bisogna pur valorizzare le scoperte sensazionali.
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