Tre giorni fa il ministro Giorgetti aveva dichiarato che per la firma con Lufthansa servivano «settimane e non giorni» «per una questione di serietà». Una «serietà» che evidentemente si è quanto meno accorciata con l’annuncio di ieri pomeriggio. «Il Tesoro (azionista unico della compagnia) ha sottoscritto la lettera d’intenti con Lufthansa per acquisire una quota di minoranza di Ita Airways. Il documento è propedeutico per aprire la trattativa privata tra le parti, viene spiegato nella nota del Mef. Non saranno diffusi – conclude il Tesoro – altri dettagli sulla discussione in corso».

Ora dunque inizia la vera trattativa, che durerà almeno due o tre mesi, con cui la compagnia tedesca – tramite aumento di capitale – entrerà in Ita come socio di minoranza ma comanderà da subito.

La redazione consiglia:
Ita svenduta a Lufthansa senza numeri: il nuovo socio avrà «preminente coinvolgimento nella direzione della società». In pratica, come in molti vaticinavano dall’inizio, Ita diventerà una delle tante compagnie regionali di Lufthansa a riempire i più remunerativi voli a lungo raggio che partono dagli hub tedeschi, a partire da Francoforte.

Con questa cornice è chiaro che Lufthansa investirà il meno possibile. Si parla di 200 milioni che dovrebbero equivalere al 30%. La proporzione non è scontata: dipenderà dal «valore del patrimonio netto di Ita» alla data della chiusura definitiva dell’accordo.

A oggi quel valore è stimato tra i 550 e i 600 milioni, calato a picco dai 950 milioni che a settembre il fondo americano Certares, scelto dal governo Draghi per una trattativa naufragata per lo stop di Giorgetti e Meloni.

Sul fronte sindacale, lo sciopero minacciato dai confederali per la mancata promessa dell’ad Fabio Lazzerini di aumetare i salari, il 30 gennaio vedrà un nuovo incontro. I tedeschi saranno già qua: quasi impossibile che avallino un aumento del costo del lavoro.