«Il saluto romano era un gesto d’amore»
Il Consiglio regionale lombardo assolve a maggioranza l’assessore Romano La Russa, fratello di Ignazio, catturato in video: ricordava il defunto cognato missino. Lega e Forza Italia, che nell'immediatezza avevano condannato a parole il gesto dell'esponente di Fratelli d'Italia, nel voto lo salvano
Il Consiglio regionale lombardo assolve a maggioranza l’assessore Romano La Russa, fratello di Ignazio, catturato in video: ricordava il defunto cognato missino. Lega e Forza Italia, che nell'immediatezza avevano condannato a parole il gesto dell'esponente di Fratelli d'Italia, nel voto lo salvano
Nessun imbarazzo per la maggioranza di destra che guida la Lombardia a tenere in giunta un assessore che fa il saluto romano insieme ad altri camerati. Il Consiglio regionale ha respinto la mozione di censura presentata dalle opposizioni contro Romano La Russa, l’assessore alla sicurezza di Fratelli d’Italia che il 20 settembre scorso ha fatto il saluto romano al funerale del cognato e militante della destra missina Alberto Stabilini. Il gesto era stato ripreso con un telefono e fatto circolare in rete.
Il consiglio lombardo ha respinto la mozione con 46 voti contrari, 24 a favore, un astenuto. Una bocciatura compatta. Poco importa se in Lombardia la maggioranza dei consensi sia pro tempore più a Fratelli d’Italia, alla Lega o a Forza Italia, riti e simbologia del fascismo non sono considerati dai consiglieri di maggioranza qualcosa di grave per cui pagare politicamente.
Il documento intendeva censurare l’assessore «per aver partecipato all’atto di appello fascista« e «aver così provocato discredito per la Regione Lombardia» e chiedeva al presidente della giunta Attilio Fontana di togliere le deleghe a La Russa. Nelle dichiarazioni post voto la maggioranza di destra è andata persino oltre la bocciatura, derubricando il saluto romano a «gesto d’amore per un defunto» e «questione personale». È stato «solo un atto d’amore verso un amico defunto senza la volontà di trasformarlo in un gesto politico o in manifestazione politica» ha detto lo stesso Romano La Russa. Un gesto «compiuto facendomi forza, come si evince dallo stesso filmato, conscio dei rischi» ha aggiunto.
Insomma la forza del rito ha prevalso su quella flebile della ragione e alla fine il braccio, per tre volte, si è alzato richiamato dal «presente!». Rinnovo le «scuse a chi si è sentito offeso» ha aggiunto. Il Consiglio regionale «si è espresso in modo chiaro» ha preso nota Attilio Fontana, che pure aveva preso le distanze dal gesto quando era uscito il video. Anche Matteo Salvini aveva detto «ai funerali si prega» smarcandosi un po’ dal nostalgismo di Fratelli d’Italia, ma oggi in Lombardia non comanda più la Lega. È stata una «questione personale che non ha valenza politica ascrivibile al nostro partito» ha detto addirittura la collega di partito di La Russa, la capogruppo di Fratelli d’Italia Barbara Mazzali. Se non ha valenza politica un saluto romano fatto in mezzo ad altri saluti romani, cosa ha valenza politica? Sdegno dalle opposizioni che hanno protestato in aula. «Hanno difeso l’indifendibile» ha detto il capogruppo del Pd e primo firmatario della mozione Fabio Pizzul. «Abbiamo assistito alla presa di Regione Lombardia da parte di Fratelli d’Italia» hanno commentato i 5 Stelle con il consigliere Nicola Di Marco. «Nonostante sia Salvini che Fontana si fossero pubblicamente dissociati dal saluto romano di La Russa, la maggioranza ha scelto di salvarlo. Ancora una volta, come accaduto per la pubblica sfiducia dichiarata dalla vicepresidente Moratti, Fontana e la Lega non hanno avuto il coraggio, o non hanno potuto, andare fino in fondo».
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