Il presepe di Ascanio Celestini è il calvario del nostro quotidiano
A teatro Ritorna in scena «Rumba» con un'edizione aggiornata. Cresce la sua capacità di affabulazione
A teatro Ritorna in scena «Rumba» con un'edizione aggiornata. Cresce la sua capacità di affabulazione
Ascanio Celestini resta a suo modo un mito per lo spettatore di oggi. Non solo riempie i teatri,ma esibisce la capacità rara di rinnovare il proprio repertorio in una linea di assoluta coerenza, continuamente aggiornata. Lo spettacolo in scena al Teatro Vittoria (ancora oggi e domani, il 18 aprile al Teatro della Fiera, Morciano di Romagna) è Rumba, l’asino e il bue del presepe di San Francesco nel parcheggio del supermercato.
Rispetto a quello stesso titolo visto lo scorso anno, presenta molte novità nel racconto, che si arricchisce di particolari e di elementi narrativi assolutamente stringenti. L’immagine del Poverello di Assisi che si confronta con l’oggi resta quasi come citazione, ma la narrazione cresce inarrestabile facendo del «presepe» aggiornato ad oggi, un puro scenario.
Cresce invece la sua capacità di affabulazione, l’abilità poetica che scopre anche uno straordinario virtuosismo di interprete della nostra contemporaneità.
La redazione consiglia:
Ascanio Celestini, riflessioni esistenziali ai tempi del contagioLa sua capacità magnetica ha punte di vero virtuosismo vocale e interpretativo: mantiene l’occhio lucido sull’oggi e conduce lo spettatore nei meandri pericolosi dell’analisi più spietata sul nostro mondo, e sul modo di viverlo. Il «presepio» vero è il nostro quotidiano, quasi un Calvario, con tutte le insufficienze e i condizionamenti che lo insidiano. Ascanio vi ci conduce sicuro, accompagnato solo dalla fisarmonica di Gianluca Casadei. Un viaggio quasi iniziatico, fascinoso quanto denso di pericoli.
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