Visioni

Il popolo di Blasco

Il popolo di BlascoVasco Rossi – foto Andrea Cegna

Musica Vasco Rossi riempie lo Stadio Olimpico di Roma dopo le quattro date al Dall’Ara di Bologna e il “sound check aperto al pubblico” di Rimini.

Pubblicato più di un anno faEdizione del 18 giugno 2023
In un crescendo, dal gusto di rito collettivo, che si chiude, in maniera oramai classica, con Vita Spericolata, Albachiara e i fuochi d’artificio Vasco Rossi riempie lo Stadio Olimpico di Roma dopo le quattro date al Dall’Ara di Bologna e il “sound check aperto al pubblico” di Rimini. La prima metà del Vasco Live 2023 – 11 date in totale – è stato lasciato alle spalle con la prima delle due tappe romane che si apre poco dopo le 21.00 (per chiudersi alle 23.30) con l’omaggio di Vasco alla città che viene definita “meravigliosa ed eterna”.
Un concerto a due velocità. La prima fatta di classici da tempo fuori scaletta (come Ogni Volta) e brani tratti dagli album più recenti, anche dal suo ultimo lavoro in studio Siamo Qui. La seconda, invece, mette in fila i grandi successi che lo stadio canta a squarcia gola. Non manca nemmeno il medley di brani, quest’anno con un mix atipico tra canzoni acustiche ed elettriche, dove “il ritmo” varia non di poco lasciando, a tratti, il pubblico disorientato. Così Come nelle favole / Non l’hai mica capito / Cosa ti fai / Il blues della chitarra sola / Ormai è tardi / Incredibile romantica / Ridere di te si alternano velocemente una dietro l’altra.
Blasco cita Meloni, Berlusconi, Salvini e i 5stelle  (oltre che un generico “i comunisti”) chiedendo al pubblico “cosa dicono?”, la risposta è nel testo della canzone “favole”.
VASCO, più di una volta, pare commosso sul palco. Alcune lacrime, soprattutto durante i brani più lenti, sembrano scendere dal suo volto anche se la voce resta la solita, granitica, certezza che non fa capire se quelle gocce d’acqua che ben si vedono sui maxi schermi siano sudore o emozione. Uno spettacolo dove la “politica” è protagonista, per lo più al negativo, e se l’accoppiata C’è chi dice no seguita da Gli spari sopra ricorda a tutti il Vasco Pensiero in T’Immagini (che torna in scaletta dopo 14 anni) Vasco Rossi cita Meloni, Berlusconi, Salvini e i 5stelle  (oltre che un generico “i comunisti”) chiedendo al pubblico “cosa dicono?”, la risposta è nel testo della canzone “favole”. Dopo la data di Rimini, rispondendo alle polemiche arrivate da destra, disse “Oggi nell’aria c’è una narrazione piuttosto edulcorata di quelli che vogliono raccontare che va tutto bene, perché in realtà si pensa solo al consenso. I politici dovrebbero occuparsi di risolvere i problemi veri, ma io sento solo favole favole favole”. Provocatorio, come spesso capita nei suoi concerti. Ad accompagnare il Blasco nel suo “Rock’n’roll show” ci sono Stef Burns (chitarra), Vince Pastano (chitarra, cori, direttore musicale), Andrea Torresani (basso), Alberto Rocchetti (tastiere, piano, cori) e Matt Laug (batteria) Andrea Ferrario (sax), Tiziano Bianchi (tromba) e Roberto Solimando (trombone).
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MENTRE
al posto di Frank Nemola (cori, tastiere, programmazione) e Beatrice Antolini (cori, percussioni, piano) entrano in questo tour Antonello D’urso (Programmazione, Chitarra Acustica e Cori) e Roberta Montanari (Cori). A Torresani, al basso, si aggiunge il mitologico Claudio Golinelli, “il gallo” durante i bis. Il Rocker di Zocca gioca con i suoi sul palco e con il pubblico, mostra sgargianti giubbotti, in cui spesso non mancano palliets, e cambia, causa lancio al pubblico, diversi cappelli durante le 2 ore e mezza di spettacolo, concludendo lo show con in testa il cappello di Libera. Dopo Roma Vasco, il suo staff e le importanti strutture Al seguito, scenderanno a Sud per le doppiette di Palermo e Salerno, per poi chiudere questo ennesimo tour completamente sold-out che racconta, nuovamente, dell’assoluta fedeltà Che il popolo di Vasco ha nei confronti dell’artista di Zocca.

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