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La mano degli emiri sulla Premier League ma i tifosi del Manchester si ribellanoLa colonizzazione della Premier League da parte dei paesi miliardari del Golfo Persico potrebbe subire una rumorosa battuta d’arresto. Mentre proseguono le trattative anche dello sceicco Al Thani per assicurarsi il Manchester United (offerta ancora sul tavolo da oltre sei miliardi di dollari) al Newcastle non spira aria leggera intorno a Mohammed bin Salman, che lo scorso anno ha acquistato il club, attraverso il PIF, il Fondo Sovrano Saudita, per circa 400 milioni di euro. .. Il quotidiano britannico The Guardian, che resta davvero uno degli avamposti più critici nei confronti di Emirati Arabi, Qatar e Arabia Saudita come investitori nello sport, nei giorni scorsi ha pubblicato un documento scottante in cui si legge che il fondo PIF si autodefinisce “strumento sovrano del Regno dell’Arabia Saudita” e indica il suo governatore Al-Rumayyan (ufficialmente senza incarichi governativi) come un “ministro del governo” di Riyad. E’ un passaggio decisivo, perché la Premier League, che certo non pecca di ingenuità, lo scorso anno si è bevuta la storia che dietro al fondo PIF in realtà non ci fosse la famiglia reale saudita, rappresentata appunto da bin Salman, che è il principe ereditario saudita, oltre a essere il rampollo della royal family, con un patrimonio da 400 miliardi di dollari. Di lui si è scritto e detto molto nelle ultime settimane perché è riuscito a portare Cristiano Ronaldo in Arabia, all’Al-Nasr, nell’ambito di un progetto assai esteso per la trasformazione del suo ricco paese nella Mecca del turismo, con Las Vegas come punto di riferimento. I massimi dirigenti della lega più ricca e ricercata d’Europa ora sono chiamati a una scelta di campo: continuare a far finta di nulla in nome dei soldi, oppure prendere provvedimenti nei confronti del fondo PIF

ECCO, la Premier League è un mezzo per amplificare la sua visibilità, ma questo documento mostrato dal Guardian – che il fondo Pif ha inviato a una corte distrettuale statunitense che indaga sulla LIV Golf, la Superlega del green varata lo scorso anno dal fondo per creare un nuovo campionato, antagonista del Pga Tour, con ingaggi milionari ai top player mondiali – ha messo in moto una protesta collettiva da parte degli altri club della Premier League. I massimi dirigenti della lega più ricca e ricercata d’Europa ora sono chiamati a una scelta di campo: continuare a far finta di nulla in nome dei soldi, oppure prendere provvedimenti nei confronti del fondo PIF. Le parole dette a suo tempo dal direttore della Premier, Richard Masters, non dovrebbero lasciare dubbi: Masters disse che se fosse stato dimostrato il legame tra PIF e la famiglia reale, la proprietà saudita sarebbe stata rimossa, praticamente cacciata dalla guida del Newcastle. Intanto c’è una fetta della tifoseria del Newcastle, una delle società più antiche e gloriose del football britannico, che si sta attivando per l’addio del fondo PIF, il NUFC Fans Against Sportswashing, che si era schierato nettamente contro l’ingresso in società della famiglia reale saudita.