Europa

Il confronto tra “spitzenkandidaten” lo vince Tiemmermans

Il confronto tra “spitzenkandidaten” lo vince TiemmermansIl logo del "Maastricht debate 2019"

Elezioni europee In diretta su Youtube da Maastricht, il socialista favorito dalla lingua inglese e da una maggiore presenza di spirito. Assente solo il candidato dei popolari Weber, bene anche il possibile presidente della Commissione indicato dei Verdi, anche lui olandese

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 30 aprile 2019

Il socialista Frans Timmermans ha vinto ieri sera il primo dibattito tra spitzenkandidaten (le prime scelte dei partiti per la presidenza della commissione Ue). Trasmesso in diretta Youtube da Maastricht, condotto dal giornalista di Politico.eu Rayan Heath e dalla rettrice dell’Università Rianne Letschert, il dibattito ha offerto la possibilità di votare online alle circa 10mila persone collegate. Decisiva nell’assegnare la vittoria al socialista – con il 43% dei voti – è stata probabilmente la padronanza dell’inglese, lingua ufficiale del confronto (diffuso anche in francese e tedesco). Al secondo posto un altro olandese, il quarantenne candidato dei verdi (in coppia con Ska Keller) Bas Eickhout (36%). Molto staccati i tre candidati più in difficoltà con la lingua, il belga che è tra i leader dei liberali dell’Alde Verhofstad (9%), il ceco Zahradil candidato per i conservatori (con il 7%; è sostenuto in Italia dal partito di Giorgia Meloni) e soprattutto la slovena Violeta Tomic (5%), candidata con Nico Cué per Sinistra europea (in Italia la Sinistra).

Unico candidato assente, l’esponente dei popolari Manfred Weber si è preso una tirata d’orecchie dai conduttori: «Ha detto che aveva un impegno , l’avevamo invitato un anno fa». Non rappresentati anche i gruppi per la democrazia diretta (quello dei 5 Stelle) e dell’europa delle nazioni (Lega) che però non hanno indicato uno spitzenkandidaten.
Il dibattito si è svolto davanti a una platea di giovani studenti e ha avuto al centro questioni considerate di interesse speciale per i nuovi elettori, Timmermans si è fatto notare anche per una certa presenza di spirito. Ha invitato per esempio a «votare verde», prendendo in contropiede il candidato del Green party. «Chiedi di votare per me?», ha chiesto. «Per ognuno di noi tre, anche la canddiata della sinistra, sull’ambiente siamo alleati contro i conservatori». Molto cavalleresco il socialista anche quando i conduttori hanno chiesto ai candidati di sottoscrivere l’impegno a nominare una commissione europea al 50% di donne, tutti hanno detto di sì e Timmermans ha precisato che anche Weber, benché assente, aveva già fatto la stessa promessa.

La formula del dibattito prevedeva altre domande dirette: solo il candidato dell’Alde e quello dei conservatori si sono detti contrari a una tassazione comune europea per i giganti del web, solo Zahradil ha detto di non concordare con lo sciopero per il clima promosso da Greta Thunberg. Il conservatore ceco ha più volte espresso l’idea che la Commissione non deve muoversi come un governo e imporre le sue regole agli stati membri, ma solo aiutarli: «Serve un’Europa flessibile». Il candidato verde ha annunciato la disponibilità ad appoggiare il popolare Weber «se guarderà a sinistra, verso la giustizia sociale, e non a destra». Timmermans ha citato più volte lo spagnolo Sanchez come un modello vincente e una volta anche il social democratico svedese Lofven (mai la socialdemocrazia tedesca o il Pd) e ha detto che il primo obiettivo della sua, eventuale, Commissione sarebbe «abbracciare l’Africa». Un nuovo dibattito tra spitzenkandidaten è in programma giovedì a Firenze, a ospitarlo sarà l’Istituto universitario europeo.

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