È un titolo suggestivo anche se generico quello che apre la trentesima edizione del Salone del Libro di Torino (dal 18 al 22 maggio negli spazi di Lingotto Fiere): «oltre il confine», snocciolato ieri nella conferenza stampa, ha visto il direttore generale del programma Nicola Lagioia descrivere i punti di contenuto a suo parere di eccellenza. Insieme a lui Massimo Bray (presidente della Fondazione per il Libro in compagnia del suo vice Mario Montalcini) che ha espresso ottimismo perché convinto che sarà proprio Torino il luogo in cui «la frattura verrà ricomposta», quella cioè interna al mondo editoriale italiano allorché l’Associazione Italiana Editori ha deciso di fondare una nuova fiera a Milano, provocando la fuoriuscita di alcuni editori dall’Aie e molti malumori.

«LO SPETTRO di Milano ci ha inseguito per tanti mesi, ma la migliore risposta è quella di oggi», ha dichiarato la sindaca Chiara Appendino.
«Nei sogni cominciano le responsabilità», chiosa Nicola Lagioia, citando il titolo di un libro del poeta e scrittore Delmore Schwartz. E lanciando il cuore oltre l’ostacolo, come si vede nel video di presentazione che rappresenta un libro capace di scavalcare un muro. Bella immagine, appunto, questa della letteratura tutta dinamica, incarnata, fatta di donne e uomini che ne prendono il carico di trasformazione, di forza vitale. La letteratura «non è un oggetto da mettere in vetrina», è invece un insieme di potenze propulsive, la scrittura e soprattutto la lettura. Anche se i lettori e le lettrici sono in netta diminuzione nell’ultimo anno, nella fiera editoriale al momento più riconoscibile d’Italia, gli editori saranno 1060, dando vita a un programma che conta circa 1200 appuntamenti sparsi nelle 30 sale a disposizione del pubblico.

SCELTI per festeggiare questo compleanno, gli Stati Uniti rappresentano l’«Another side of America», un paese difficile da selezionare viste le numerose declinazioni narrative, linguistiche e di contesto e che, al momento, non mostra grandi sorprese nella «rosa» di autori e autrici. Alcune anteprime si sono susseguite dagli inizi della primavera: Philip Schultz e Charles D’Ambrosio, attendendo Ben Lerner e Patti Smith. Il 20 maggio sarà la volta di Richard Ford (in dialogo con Sandro Veronesi); il 21 maggio arriverà (grazie alla collaborazione con la Milanesiana) Jonathan Lethem (che leggerà le poesie di Roberto Bolaño insieme a Fabrizio Gifuni). Sarà poi il turno dello scrittore indiano Amitav Ghosh: oltre a presentare i suoi libri, farà una lectio magistralis sui cambiamenti climatici che stanno funestando il nostro pianeta. Poi anche il poeta Cees Nooteboom, vincitore del premio Mondello.

LE PRESENZE più interessanti (e meno note al grande pubblico delle fiere, che si sposta – sarà bene ricordarlo – anche da una città all’altra, a patto di non dover ascoltare le stesse voci) si allontanano dai riflettori e dal mainstream. Varrà la pena ascoltare per esempio Claudia Rankine, di cui la casa editrice 66thand2nd pubblica Citizen, originale e intenso ibrido di poesia, narrativa e critica culturale che si sofferma sulla pervicacia dell’immaginario razzista.
Anche la scrittrice vietnamita (rifugiata politica in Canada) Kim Thùy, tradotta in più di 20 lingue, sarà un’occasione da non perdere: presenterà per Nottetempo il suo romanzo in uscita, Il mio Vietnam. Da tenere d’occhio, poi, Chris Bachelder, autore di cui Sur ha tradotto di recente il romanzo L’infortunio.
L’autrice francese Annie Ernaux, con un seguito consistente anche in Italia, arriverà a Torino per presentare il suo attesissimo romanzo, Memoria di ragazza (L’orma editore).

TRA GLI OMAGGI dovuti (da Tullio De Mauro a Primo Levi, da Che Guevara a Martin Lutero, da Don Milani a Roberto Rossellini) anche se in parte già visti alla appena conclusa prima edizione di Tempo di Libri di Milano; per esempio il reading ( a Torino di Licia Maglietta) dedicato allo scrittore Kent Haruf, scomparso anzitempo eppure molto amato. Altro tributo (appena svoltosi anche a Milano) sarà rivolto a Totò. Ci sarà anche un focus su Tolkien e quello sui 70 anni di Stephen King, organizzato da Loredana Lipperini e Giovanni Arduino.

In attesa di conoscere il programma più dettagliato, ci auguriamo che «oltre il confine» non sia solo uno slogan ma un reale desiderio di smarcarsi dal vuoto che avanza.