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I poeti greci millennials, la crisi e la left melancholy

I poeti greci millennials, la crisi e la left melancholy

Pagine Nuove, vivaci generazioni di scrittori e poeti dalla scena ateniese e non solo, tra disagio e conflitto estetico

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 11 giugno 2022

In Grecia sembra di vivere una crisi permanente che scuote incessantemente sin dalle fondamenta il sistema, dapprima la crisi finanziaria poi la crisi pandemica e ora la guerra dentro l’Europa»- mi dice Ioannis Tsolkas, docente di italiano all’Università di Atene – un terzo della popolazione vive con i morsi della povertà e della disoccupazione, più che altrove i marciapiedi delle città sono occupati da persone senza tetto e senza cibo».

Eppure, come sempre succede, nei momenti più difficili emergono con più forza bisogni, tensioni, discussioni che cambiano le regole consolidate del gioco, il dibattito culturale si accende e si alimenta con nuove idee e nuove pratiche, nascono nuovi luoghi e avanza il ricambio generazionale.

Ad Atene non c’è solo il quartiere Exarchia con i graffiti, gli spazi occupati, lo spirito anarchico a raccontarci il cambiamento prodotto dalla crisi, c’è una scena culturale e artistica molto viva e vitale che produce innovazione e utopia in ogni settore, dalla letteratura al teatro, dalla danza alla poesia, dalle arti visive alla musica.

C’è stata soprattutto ‘la generazione della crisi’, quella che ha ristabilito una sana dialettica, conflittuale e critica, tra arte e potere, tra realtà e immaginazione. Tante le riviste e tanti i blog animati dai poeti del nuovo secolo: Thraca del poeta Thanos Gogos, che dirige anche un festival internazionale di poesia in Tessaglia, Voria-Vorioanatolika (Nord Nord Est) diretta da un collettivo di giovani autori e artisti che vivono e lavorano nell’isola di Lesvo Teflon, Frmk, Frearos, diretta dal poeta Dimitris Angelis, che dirige anche il Festival Internazionale di Poesia ad Atene.

Tanti i festival del libro da Salonicco a Kalamata ad Atene e tanti i nomi che compongono l’effervescente galassia dei poeti del nuovo secolo che gettano uno sguardo politico sulla realtà (Zisis Ainalis, Yannis Doukas, Nikos Erinakis, Anna Griva, Lenia Zafiropoulou, Angeliki Korre, Yorgos Lillis, Panagiotis Miliotis, Eftichia Panagiotou, Michalis Papantonopoulos, Stamatis Polenakis, Yorgos Prevedourakis, Thodoris Rakopoulos, Yannis Stigas) ma anche scrittori come Christos Ikonomou, Maria Fakinou, Yannis Tsirbas, Yannis Pavalos, Agis Petalas, Panos Tsiros, Nikos Mandis.

Raccontano la crisi nella sua fase di incubazione e nella sua fase più acuta, affrontando di petto la cruda realtà della povertà diffusa, la disperazione, il razzismo, l’immigrazione, l’ascesa della destra. Ci sono autori che scrivono anche per il teatro o per le graphic novel, come il poeta Thomas Tsalapatis o lo scrittore Dimosthenis Papamarkos o che compongono testi per canzoni come il poeta Nikolas Evantinos o libretti come il poeta Alekos Lountzis.

Pur rifiutando classificazioni generazionali e di tendenza, il critico e studioso Vassilis Lambropoulos ha ripreso da Walter Benjamin e da Enzo Traverso il termine Left-wing melancholy, la melanconia di sinistra che i poeti hanno inteso declinare non in senso psicologico ma in termini di autonomia e di attivismo culturale impegnato.

Con la generazione 2000, scrive Titika Dimitroulia, docente all’Università Aristotele di Salonicco, «c’è un approccio cerebrale all’alienazione, all’isolamento, alle discriminazioni, ai limiti che ha la parola nel rappresentare un mondo frammentato che probabilmente ci è impossibile conoscere».

Nell’antologia curata da Massimo Cazzulo Viaggio nella poesia greca contemporanea si ritrovano molti di quella generazione tra cui Thomas Tsalapatis (1984) di cui sono stati tradotti in italiano L’alba è un massacro signor Krak e Alba. Tsalapatis nutre la sua scrittura di un realismo ironico e sarcastico che scaturisce dalla osservazione del quotidiano alienato e disorientato come pure dei segni e dei versi di cui pullulano le strade delle metropoli (il rap, i graffiti, le fanzines e i nuovi blog letterari). Una scrittura che genera attraverso antinomie, scarti e cortocircuiti di senso visione critica e ribellione verso i luoghi comuni di ogni tipo siano essi letterari o politici.

Di Christos Ikonomou (1970) invece si sono potuti apprezzare in italiano Qualcosa capiterà vedrai ( Editori Internazionali Riuniti) sui perdenti, gli sconfitti, le vittime del potere che qui assume le fattezze del potere del denaro che manca a tutti e Dal mare verrà ogni bene (Elliot Editore), ambientato in una isola immaginaria dell’Egeo dove gli ateniesi emigrano per sfuggire al destino amaro della crisi e della disoccupazione.

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