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I legami di Tarrant con i gruppi neofascisti nel Donbass

I legami di Tarrant con i gruppi neofascisti nel DonbassMilitanti di Nazi right group resistance nel Donbass

Ucraina Semen Boykov, storico rappresentante della diaspora russo-cosacca in Australia, «faceva parte del gruppo clandestino Nazi right group resistance»

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 17 marzo 2019

Brendon Tarrant il neonazista suprematista bianco autore della strage in Nuova Zelanda aveva legami con i gruppi neofascisti ucraini che combattono nel Donbass contro le milizie delle repubbliche autoproclamate di Donetsk e Lugansk. È quanto emerge da una documentata denuncia di Semen Boykov storico rappresentante della diaspora russo-cosacca in Australia. Secondo Bykov «Tarrant faceva parte di un gruppo clandestino denominato Nazi right group resistance a cui aderivano anche Jared Bennet e Ethan Tilling due estremisti di Brisbane». Come ha documentato Bbc News questi ultimi due hanno combattuto nel 2017-2018 nel Donbass nei reparti del Battaglione Azov e nella Legione Georgiana, due unità volontarie di estrema destra tristemente note per le violenze contro i civili e le donne. Boykov sostiene di aver reso noto alle autorità australiane le relazioni che esistevano tra di loro: «Per le informazioni in mio possesso i tre si incontravano e avevano costanti scambi di informazione sui social network» sostiene il russo-cosacco.

«Già nel dicembre del 2018 sul nostro giornale Vernovo Kazacestvo avevamo documentato tutto in modo dettagliato» aggiunge Aleksey Selivanov rappresentate ufficiale dei 10mila cosacchi in Australia. Ma le autorità australiane, quando Bennet e Tilling sono rientrati sul territorio nazionale, non hanno ritenuto aprire un’inchiesta nei loro confronti. Ethan Tilling, contattato ieri da Govorit Moskva sostiene di non aver avuto particolari rapporti con Tarrant: «In Ucraina ci sono andato per conto mio e comunque non sono i miei metodi di lotta. Tarrant era un lupo solitario».

Ma ciò che i due oriundi russi rivelano in relazione allo stesso Brendan Tarrent è ancora più inquietante. Nel suo manifesto razzista circolato in rete subito dopo il massacro, Tarrant ha fatto riferimento alle sue peregrinazioni in Europa e in particolare in Polonia e in Ucraina. Ma mentre in Polonia può avere avuto accesso grazie a un “visto Shengen”, per l’Ucraina deve aver ricevuto un visto presso l’ambasciata ucraina. La diplomazia ucraina poteva sicuramente non conoscere gli orientamenti “filosofici” di Tarrant, ma Selivanov nutre dei dubbi. Secondo Selivanov una volta sul territorio ucraino Tarrent avrebbe raggiunto i camerati impegnati nel Donbass, dove sarebbe restato per una settimana per un “corso di formazione”. Circostanza negata dal comandante della Legione Georgiana nel Donbass Mamuk Mamulashvili: «Nelle nostre fila abbiamo avuto un solo australiano per un certo periodo di tempo e non si trattava della persona di cui si parla» ha dichiarato a Ren Tv.

Tuttavia le smentite non fanno che confermare i legami tra i neonazisti australiani con le formazioni di estrema destra ucraine impegnate sul teatro di guerra slavo. E non dissipano le perplessità e i dubbi. Secondo Boykov in uno degli ultimi messaggi Tarrant avrebbe confessato ai suoi amici: «Vorrei fare un safari in Ucraina». A che tipo di “safari” pensasse è diventato purtroppo noto due giorni fa.

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