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I garanti salvano Paita

I garanti salvano PaitaRaffaella Paita al seggio

Liguria Troppe irregolarità. Annullato il voto in 13 seggi su 300. Cofferati riduce il distacco ma non rimonta e oggi decide se proseguire la sfida. La candidata renziana è ufficialmente la vincitrice

Pubblicato quasi 10 anni faEdizione del 17 gennaio 2015

Tredici seggi annullati su trecento per irregolarità di vario tipo, dal voto di esponenti del centrodestra, alla foto scattata da un elettore alla scheda, dal mancato versamento di due euro da parte di alcuni votanti all’apertura del seggio in anticipo rispetto all’orario ufficiale. Il collegio dei garanti delle primarie del centro sinistra della Liguria, presieduto dal giudice emerito della Corte Costituzionale Fernanda Contri, sulla base dei 28 ricorsi presentati dai comitati per Cofferati ha rilevato diverse anomalie e ha scelto di «sanarle», utilizzando lo sanzione più forte fra quelle previste dal regolamento per le primarie, vale a dire l’azzeramento dei voti dell’intero seggio.

Ad essere annullati sono stati alcuni seggi sparsi nelle province della Spezia, Savona e Imperia. Solo nella provincia capoluogo, l’unica in cui peraltro Sergio Cofferati ha preso più voti di Raffaella Paita, nessuna irregolarità è stata riscontrata e verbalizzata dagli scrutatori. Ma, come è apparso chiaro non appena Fernanda Contri ha letto il comunicato con il verbale con seggi contestati, il responso dei garanti non inficia il voto ligure: Paita con uno scarto di 3.813 voti su Sergio Cofferati, è da ieri ufficialmente il candidato del centro sinistra alla presidenza della Regione Liguria. L’annullamento dei tredici seggi infatti ha tolto 2.204 voti a Paita, 1.457 a Cofferati e 32 al candidato Massimiliano Tovo sostenuto dal Centro democratico di Bruno Tabacci, riducendo lo scarto tra l’assessore alla Protezione civile e l’ex segretario della Cgil, che era di poco più di 4 mila voti, di appena 300 voti. Le irregolarità sanzionate con l’annullamento dei seggi però, aprono un dibattito importante all’interno del Pd. «Nella valutazione positiva dell’ampia partecipazione al voto – si legge nel verbale del comitato dei garanti – il collegio rileva che alcune criticità nell’esercizio del voto alla Primarie potrebbero essere superate da regole più precise e meglio interpretabili in modo univoco ed auspica un comportamento dei partecipanti alla competizione rispettoso dell’importanza del voto».

«C’è un appello che arriva dai Garanti e che mi sento di raccogliere – ha detto il segretario regionale Giovanni Lunardon – rivolgendolo però al dibattito nazionale: occorre correggere i limiti delle primarie emersi anche in queste nostre consultazioni. È il momento per immaginare un albo degli elettori per migliorare, rafforzandolo, uno strumento importante». Il segretario del Pd ligure ha però sottolineato il valore in sé rappresentato «dalla scelta di democrazia che ha portato 55 mila liguri ad andare a votare».

Primarie «assolutamente da salvaguardare» anche per la vincitrice Raffaella Paita incoronata direttamente da Matteo Renzi nel corso della segreteria nazionale del Pd ieri a Roma. «Tutti i contributi per il miglioramento di questo strumento – ha risposto a distanza Paita – sono bene accetti, anche se la decisione non spetta al partito regionale».

Rispetto all’ufficializzazione della vittoria, l’assessore spezzino ha commentato: «Sono contenta che questa vicenda sia chiusa. Renzi mi ha incoraggiato e detto che il partito unito si stringerà attorno alla mia candidatura. Da parte mia, lavorerò fin da subito per ricomporre il Pd e arrivare in una situazione di unità alle elezioni regionali». Unità del partito ancora difficile da immaginare nonostante le dichiarazioni di circostanza dei membri delle segreterie.
Sergio Cofferati ha preferito non commentare a caldo il responso dei garanti ma rinviare il tutto a una conferenza stampa che si terrà oggi. Che cosa dirà? Difficile dirlo. Da giorni circolano voci insistenti di una possibile discesa in campo parallela, al di fuori del Pd, con una lista civica che raccolga civatiani e Sel, ma anche con l’appoggio, che il segreto dell’urna garantisce, di quella parte di elettori del Pd che di Raffaella Paita e di un suo avvicinamento al centrodestra non vuol sentire parlare. Ma Cofferati è un uomo di partito, sostengono in molti, e non arriverà allo strappo per gettarsi in un’avventura troppo piena di incognite. Intanto sempre oggi, anche i civatiani genovesi decideranno il da farsi in un’assemblea plenaria, con un orecchio puntato sul foyer del teatro Carlo Felice, dove Cofferati dirà se il suo futuro sarà dentro o fuori il partito democratico.

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