Politica

I campi di concentramento libici. Stupri, torture e tanti bimbi soli

Il rapporto Sarebbero almeno 6mila i detenuti. Le onlus: razzismo e rastrellamenti. La ’scoperta’ fatta grazie ai cellulari nascosti dai prigionieri. Ma per salvarli basterebbe un lasciapassare di un consolato europeo
Pubblicato quasi 11 anni faEdizione del 4 ottobre 2013
Ganfuda, Majer, Misurata, Abu Salim, al-Zawiya… L’elenco dei campi di concentramento di migranti in Libia – li chiamano centri di detenzione o strutture d’accoglienza per conferire un’inesistente dignità agli accordi politici stipulati dal 2008 ad oggi tra i governi libici e quelli italiani e di altri paesi europei – si allunga di mese in mese. Sono solo 17 i luoghi di trattenimento formali, ma l’elenco delle carceri dove senza accuse né processi sono reclusi migliaia di migranti, uomi donne e bambini provenienti soprattutto dal Corno d’Africa (Somalia, Eritrea e Etiopia) e immessi nella tratta lungo la Libia, sembra infinito. In...
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