Grecia: a testa alta sull’insostenibile verità del debito
Nuova finanza pubblica La rubrica settimanale a cura di Nuova finanza pubblica
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«I rappresentanti dell’Unione Europea avranno potere di veto sulle decisioni del Superfondo per novantanove anni, ponendo l’effettivo controllo dei servizi e dei beni pubblici della Grecia nelle mani della Troika e degli interessi costituiti per il prossimo secolo».
Non pare che dal poco fortunato paese ellenico arrivino notizie molto confortanti. In effetti non arriva quasi più nulla, se non qualche notizia prudentemente relegata nelle pagine economiche (per esempio in materia di privatizzazioni).
Cio che abbiamo citato è un estratto di un comunicato della Federazione sindacale internazionale dei Servizi pubblici, nella presentazione di un documentario («Something in the Water», visibile su youtube in inglese) sulla privatizzazione dell’acqua in Grecia. Il processo va avanti. Fra le ultime, entusiasmanti notizie, vi è il riuscito tentativo dei francesi di piazzare i loro uomini nei gangli delle istituzioni che dovrebbero gestire il processo.
È noto che la Francia ha ingenti interessi nel settore, essendo la patria delle maggiori compagnie in materia di servizi di gestione dell’acqua (Suez, Veolia).
Fortunatamente non arrivano solo cattive notizie.
Il nuovo governo di Syriza ha gettato via totalmente l’esperienza della Commissione per la Verità sul debito pubblico, istituita sotto l’impulso della presidente del Parlamento greco Zoe Konstantopoulou ad aprile 2015.
Si trattava di una valutazione di conformità al diritto internazionale e al benessere della popolazione, come nell’Ecuador del 2007; similmente la Commissione ha lavorato sull’indebitamento greco ed è arrivata alle conclusioni che esso è illegale, illegittimo, odioso e insostenibile. Una articolata e documentata argomentazione in proposito è contenuta nei due rapporti di giugno 2015 e fine settembre 2015.
Al di là della propaganda, delle ipocrisie e delle falsità diffuse dai sostenitori della Troika, è stato un raggio di luce nella involuzione della politica europea dominata completamente dall’austerità e dal primato di banche e interessi costituiti.
La buona notizia è che il gruppo ha deciso che non si fermerà. Anche senza più coperture istituzionali in un incontro tenuto il 5 novembre scorso e partecipato da circa 250 persone è emersa la volontà di continuare il lavoro di analisi e valutazione del debito, come già deciso a marzo 2016.
Presenti la oramai ex presidente del Parlamento e Eric Toussaint del Comitato per l’Abolizione dei Debiti illegittimi (i materiali della Commissione sono tutti sul loro sito; si veda anche il blog della sezione italiana in via di costituzione). Il modo sbrigativo con cui Syriza ha deciso di sbarazzarsi della questione ha rafforzato la determinazione a continuarne l’opera.
C’è più bisogno che mai di mettere sotto critica il ruolo nefasto dell’indebitamento e dai meccanismi ad esso attinenti.
I dati del panorama sociale non appaiono confortanti: 35,7% della popolazione a rischio povertà, 44% dei pensionati sotto la soglia di povertà, vista la decurtazione che dal 2010 li ha privati fra il 20-50% del loro valore; 40% della popolazione privo di beni e servizi materiali considerati primari… (statistiche citate dalla stampa greca: Kathimerini 23/06/2016, Imerisia 28/09/2016).
C’è davvero bisogno di un duro lavoro di inchiesta popolare su tali meccanismi per cui ci si possa prefiggere, come ha detto Zoe Konstantopoulou alla fine del suo intervento, che «non c’è una pietra che non solleveremo, una persona che non interrogheremo, una busta che non apriremo».
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