Indignazione per le parole del ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara e vicinanza alla preside del liceo fiorentino Leonardo da Vinci Annalisa Savino. Sono i sentimenti che circolano tra molti studenti e studentesse di Firenze (e non solo) dopo la giornata di ieri. Quando il governo ha finalmente interrotto i sette giorni di silenzio sull’aggressione squadrista al liceo Michelangiolo di Firenze: non per condannare gli aggressori ma per prendersela con la dirigente scolastica. Savino con una bellissima circolare aveva avvisato i suoi studenti del pericolo di restare indifferenti davanti ai rigurgiti del capitolo peggiore della storia del Novecento.

Secondo la Rete degli studenti medi: «Parlare di antifascismo è parlare della nostra Costituzione. Le parole del ministro ci confermano la sua inadeguatezza. Invece di intervenire su questioni fondamentali come edilizia, alternanza scuola lavoro e salute mentale, perde tempo con dichiarazioni ideologiche e fuori contesto». Sulla stessa linea d’onda l’Unione degli studenti (Uds). «Una dirigente scolastica ha la responsabilità di trasmettere valori come l’antifascismo ai suoi studenti. È gravissimo che venga attaccata da chi dovrebbe rappresentare una Repubblica nata proprio dalla vittoria sui fascisti», attacca Tommaso Martelli, 18 anni, dell’esecutivo nazionale Uds.

Duro anche il comunicato di Osa, Organizzazione studentesca d’alternativa, che accusa Valditara di legittimare la presenza e le aggressioni dei «nemici degli studenti». Cioè gli estremisti di destra, i neofascisti. Dopo le botte ai ragazzi del Collettivo Sum del Michelangiolo, per cui sono indagati tre maggiorenni e tre minorenni di Azione studentesca (legata a doppio giro a Fratelli d’Italia), ieri appartenenti a Blocco studentesco, giovanile di Casapound, hanno incendiato la circolare inviata da Savino e appeso uno striscione ostile alla ringhiera della sua scuola. Su Twitter l’organizzazione se l’è poi presa con «un’intera generazione di docenti, in realtà propagandistici politici in servizio permanente».

Intanto a Firenze, dopo la grande manifestazione antifascista di martedì, fervono assemblee e riunioni per continuare la mobilitazione. «Il corteo è stato molto grande. Partecipato da tanti studenti e persone solidali. Ha dato una spinta al movimento studentesco. In generale c’è stata una bella reazione della città», dice Giulio Volpi. Ha 18 anni e frequenta il liceo classico Galileo, a pochi metri dal luogo dell’aggressione. «La risposta della preside del da Vinci mi ha stupito – continua – Non è stato un sostegno formale, ma sincero. Mentre qualcun altro provava a spoliticizzare la matrice dell’aggressione subita dagli studenti».