Lavoro

Gli ispettori del lavoro crescono ma ci sono meno controlli nei cantieri

Gli ispettori del lavoro crescono ma ci sono meno controlli nei cantieriUn cantiere edile con migranti al lavoro – Foto Ansa

Sicurezza sul Lavoro Il rapporto dell'Inl 2023. La denuncia della Fillea Cgil: -14% di pratiche in edilizia mentre funziona il Durc di congruità

Pubblicato 5 mesi faEdizione del 8 giugno 2024

Più ispettori, ma meno ispezioni nel settore più a rischio: l’edilizia. L’Ispettorato Nazionale del Lavoro (Inl) ha pubblicato l’annuale rapporto sulle attività ispettive svolte nel 2023, primo anno di gestione della nuova direzione, passata dall’ex magistrato Bruno Giordano a Paolo Pennesi, voluto dal governo Meloni e dalla ministra Marina Calderone.

Il rapporto annuale dell’Inl non è rappresentativo dal punto di vista statistico, in quanto le verifiche ispettive non sono svolte a campione, ma fornisce informazioni importanti, in particolare sull’incidenza delle diverse forme di irregolarità del lavoro, suddivise per settore Ateco e per Regioni.

Finalmente nel 2023 si rileva un primo sostanziale aumento del numero degli ispettori (+19%) con 677 nuovi ispettori tecnici, grazie alle assunzioni avvenute dopo i primi concorsi programmati dall’ex ministro Andrea Orlando nel 2021. Gli obiettivi del Piano nazionale per la lotta al lavoro sommerso sono l’assunzione di circa 2000 nuovi ispettori, con un target di incremento, entro il 2024, del 20% delle ispezioni complessive rispetto alle media del triennio 2019/2021. E i dati resi noti dall’Inl dimostrano che gli obiettivi sono ancora tutti lontani.

Le ispezioni definite dall’Inl nel 2023 sono state 62.339 di cui 19.144 (37,9%) in edilizia; nonostante l’aumento degli ispettori e delle ispettrici il numero delle ispezioni definite nel 2023 sono diminuite rispetto al 2022 del 15% (- 3.303). La percentuale di irregolarità riscontrato dalle ispezioni per tutti i settori è del 68,8%.

«Particolarmente grave è la diminuzione degli accessi in edilizia da parte dell’ispettorato (-10%) e così anche delle pratiche definite totali rispetto all’anno precedente (-14%), con l’aggravante che il nostro settore nel 2023 è cresciuto significativamente grazie al Pnrr e al Superbonus – denuncia la Fillea Cgil – . È inoltre molto preoccupante l’aumento della percentuale di irregolarità riscontrato in edilizia sul totale delle pratiche definite, che è passato dal 66,5% nel 2022 al 69,2% nel 2023 (+ 2,7%)», continua la Fillea Cgil.

Un fatto positivo è invece la diminuzione del numero di lavoratori in nero sul totale delle ispezioni irregolari, che conferma la bontà degli strumenti contrattuali di controllo a partire dal «Durc (documento unico di regolarità contributiva) di Congruità» che costringe le aziende a controllare i sub appalti e il rispetto dei lavoratori.

Allo stesso tempo i dati mettono in evidenza però una crescita del numero di lavoratori senza permesso di soggiorno tra quelli impiegati in nero, «questo conferma l’urgenza di una nuova normativa sull’immigrazione a partire dal riconoscimento del permesso di soggiorno a chi lavora permettendone così l’emersione», osserva la Fillea Cgil.

Un dato anomalo è invece il calo di ben il 39% delle irregolarità su salute e sicurezza per lavoratore tutelato, sebbene si confermi come i «rischi di caduta dall’alto» come tipologia di illeciti penali più riscontrata con il 21,39% del totale.

Ancora fortissimo il fenomeno del caporalato: l’Inl ha accertato in tutti i settori 3.208 lavoratori vittime di questa pratica di schiavitù, pari al doppio rispetto al 2022.

I provvedimenti di sospensione delle attività imprenditoriali (lavoro sommerso e sicurezza) sono aumentati da 8.210 nel 2022 a 11.174 nel 2023 (+ 36%). I provvedimenti di revoca conseguenti alla regolarizzazione da parte degli imprenditori sono stati 9.903 (pari all’89% delle sospensioni): «Questo conferma che l’istituto della sospensione dell’attività imprenditoriale è uno strumento efficace per tutelare i lavoratori e le lavoratrici», conclude la Fillea Cgil.

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