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Gli audiolibri non sono «acchiappaclic»

Gli audiolibri non sono «acchiappaclic»

Express Non tutto nell'editoria piò essere un'esca pronta ad attirare gli sprovveduti pesci-lettori. Preoccupa la decisione di Spotify di offrire ai suoi abbonati «premium» 15 ore di ascolto di audiolibri senza costi supplementari

Pubblicato 9 mesi faEdizione del 21 dicembre 2023
Chiunque abbia una minima dimestichezza con il giornalismo contemporaneo conosce l’espressione clickbait, tradotta da noi come «acchiappaclic». Secondo un meccanismo sempre più diffuso, i titoli rinunciano al loro ruolo di utili condensati degli articoli cui fanno riferimento e funzionano soprattutto come esche pronte ad attirare gli sprovveduti pesci-lettori. La Rete – mai termine fu più appropriato – pullula di queste sollecitazioni spesso ingannevoli che fanno aumentare gli introiti pubblicitari, ma riducono l’autorevolezza di un mestiere assai malmenato, ma cruciale per la buona salute di una società. Gli esempi sono innumerevoli, e non solo nelle piccole testate online che cercano di...
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