Gli ascolti di Dazn: la lega di serie A chiede il tavolo tecnico
Calcio Dopo qualità e ritardi nella trasmissione del broadcaster, dubbi ora sulla rilevazione del numero di spettatori
Calcio Dopo qualità e ritardi nella trasmissione del broadcaster, dubbi ora sulla rilevazione del numero di spettatori
Cresce sempre di più l’attenzione intorno a Dazn. L’applicazione britannica che detiene i diritti tv della Serie A ora dovrà rispondere non solo (assieme a Tim, che fa da Telco) su qualità e ritardi della trasmissione delle partite di campionato, ma anche sulla rilevazione degli ascolti delle gare. Che sarebbero stati gonfiati fino al 50%, come ha scritto Il Fatto, una vicenda finita in Parlamento. E che ora viene affrontata dalla Lega di A, che ha chiesto un tavolo tecnico con Dazn per un approfondimento della situazione ascolti tv. Storicamente i dati tv sono monitorati da Auditel, un ente terzo ma Dazn ha preferito affidarsi a Nielsen. Si è arrivati a una verifica da parte della Lega di A dopo la discordanza sugli ascolti verificata in alcune partite, da Juventus-Milan (1,6 milioni di telespettatori per Dazn, 1,1 milioni per Auditel) oppure Lazio-Roma, 1,2 milioni per Dazn, 765 mila per Auditel.
INSOMMA, non si diradano le nubi intorno all’app, nonostante la promessa di investimenti per migliorare la qualità delle immagini. Mentre all’assemblea di Lega non c’è stato alcun passaggio sulla richiesta arrivata da Sky, che ha detenuto i diritti del campionato per 18 anni, ai presidenti di A sulla cessione degli highlights del torneo non utilizzati da Dazn. Altri soldi sul tavolo, invitanti per le disastrate casse di buona parte delle società di A, un’arma che Sky usa per tornare in campo sul fronte dei diritti tv. A spingere su questa ipotesi sarebbero alcuni sponsor, come scritto dal Corriere dello Sport. All’assemblea di Lega, dove era presente anche il presidente della Lazio Claudio Lotito (allontanato nei giorni scorsi dal Consiglio Federale, perché inibito), si è anche discusso sulla possibilità di bandire a vita da tutti gli stadi italiani (anziché solo nell’impianto in cui si è consumata l’offesa razzista) chi dagli spalti si macchia di offese di stampo razzista, una delle misure che i club si riservano di applicare immediatamente, dopo i recenti casi dei napoletani Koulibaly, Osimhen e Anguissa allo stadio Franchi di Firenze e dell’attaccante della Fiorentina Vlahovic, preso di mira a settembre da alcuni tifosi dell’Atalanta. Se ne discuterà nuovamente in una riunione il 13 ottobre, il bando a vita da tutti gli stadi è uno strumento già utilizzato in Premier League. Nel Regno Unito tra l’altro il divieto permanente tocca anche chi si macchia di offese razziste attraverso i social.
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