Gli artisti contemporanei alle prese con la tragica irruzione della bomba
«L’Age Atomique» Nancy Spero lega l’impegno politico alla coscienza ecologica e al femminismo
«L’Age Atomique» Nancy Spero lega l’impegno politico alla coscienza ecologica e al femminismo
Una famosissima foto riprende nel 1946 l’ammiraglio Blandy, il capo dell’operazione Crossroads – i primi esperimenti nucleari nelle isole Bikini nel dopoguerra – assieme alla moglie e a un altro capo militare, di fronte a un’enorme torta in forma di fungo nucleare per «celebrare» l’avvenimento. I tre sorridono soddisfatti, solo un anno dopo le bombe di Hiroshima e Nagasaki, che hanno fatto tra i 150mila e i 246mila morti. Pensano di celebrare la nuova era prometeica, sono nel diniego dei rischi che il nucleare fa calare sull’esistenza stessa del genere umano.
Gli artisti hanno a lungo interrogato questo percorso, questa storia della modernità che la mostra aperta ieri (fino al 9 febbraio 2025) L’Age atomique, gli artisti alla prova della storia al Musée d’art moderne de la Ville a Parigi, propone di ripercorrere, dall’inizio del XX secolo, con le scoperte scientifiche sulla composizione dell’atomo e la radioattività che inaugurano «l’era atomica», fino alla «nuclearizzazione del mondo» a partire dagli anni ’70, passando per la centralità della «bomba».
ATTRAVERSO PIÙ di 250 opere, pitture, disegni, foto, video, film e installazioni, le due curatrici, Maria Stavrinaki e Julia Garimorth, raccontano una presa di coscienza del vivere in una «quarta era» (dopo quelle della pietra, del bronzo e del ferro) che può concludersi con l’Apocalisse, che, a differenza di quella biblica, non porterà a nessun Regno.
«Fino a Hiroshima e Nagasaki – scrivono le curatrici – la rivoluzione scientifica dell’atomo è compresa come relativa a una dissoluzione affascinante della materia: un modello energetico della natura succede al modello meccanico, generando così una visione più animata e più fluida del mondo». Si va al di là dell’apparenza, con l’astrazione mistica di Kandinsky o l’arte concettuale di Duchamp.
La redazione consiglia:
Han Kang, tra il corpo e il dolore, con grazia ossessivaL’irruzione della bomba sconvolge i piani: alcuni artisti restano nella neutralità estetica altri aprono la critica altri ancora cercano di rappresentare l’incursione del tragico nella condizione umana. Francis Bacon, Salvador Dalì, Lucio Fontana, Asger Jorn e Pino Gallizio, Yves Klein, Enrico Baj, Moholy-Nagy, Barnett Newman, Jackson Pollock, Thomas Schütte, fino a Pierre Huyghe si interrogano su una dinamicità che volge al tragico. La bomba è una protagonista dell’arte, dopo la scoperta della fissione nucleare nel ’38 e del «progetto Manhattan» del ’42. Trinity, il primo esperimento nucleare, ha luogo nel deserto del New Mexico il 16 luglio ’45 alle 5,29 e 45 secondi.
IL 6 AGOSTO la prima bomba cade a Hiroshima, seguita il 9 da quella su Nagasaki. Le cinque prime foto di Hiroshima sono prese da un reporter locale, Yoshito Matsushige. Negli anni ’50 e ’60, si diffonde l’analogia morfologica tra la testa umana, il fungo atomico, il globo terrestre e l’atomo. Da Dalì a Baj, gli artisti colgono la trasformazione del soggetto «uomo» in un agente di trasformazione della natura stessa. In Giappone, dopo le prime rappresentazioni del nucleare tra realismo politico e surrealismo, molto presto fa irruzione la critica delle manifestazioni «anti art», che mettono in causa il colonialismo americano alleato del militarismo giapponese.
A partire dagli anni ’70, le tematiche antinucleari si incrociano con l’anti-colonialismo e il femminismo. La mostra mette in luce artiste, come Yayoi Kusama o Nancy Spero, che legano l’impegno politico alla coscienza ecologica e il femminismo. È preso di mira il militarismo virile (c’erano i concorsi di bellezza per scegliere la ragazza «bomba»), evapora la distinzione tra nucleare militare e civile, di fronte agli incidenti, da Chernobyl a Fukushima, di fronte al problema delle scorie che restano ad avvelenare il futuro della Terra.
Gli artisti hanno anche evidenziato il legame tra nucleare e colonialismo, gli esperimenti sono realizzati dalla Gran Bretagna nelle terre degli aborigeni in Australia, dalla Francia nel deserto in Algeria, dagli Usa nel Pacifico, dall’Urss nelle steppe del Kazakhstan.
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento