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Giochi di carte e scambi milionari nel Sol Levante

Giochi di carte e scambi milionari nel Sol Levante

Maboroshi Nati originariamente come fenomeno collaterale legato a manga o a serie animate, in questi ultimi anni i giochi di carte stanno diventando, nell’arcipelago giapponese, sempre di più dei veri e propri oggetti da collezione e tesoretti da vendere o scambiare.

Pubblicato 20 minuti faEdizione del 11 ottobre 2024

Nati originariamente come fenomeno collaterale legato a manga o a serie animate, in questi ultimi anni i giochi di carte stanno diventando, nell’arcipelago giapponese, sempre di più dei veri e propri oggetti da collezione e tesoretti da vendere o scambiare. Lo dimostra l’aumento del numero di negozi specializzati dedicati a quelle che in giapponese vengono chiamate torejingu kaado (dall’inglese trading card) e che stanno diventando sempre di più parte del panorama urbano, ma anche provinciale, del Sol Levante.

Presenti, in verità, nell’arcipelago in forma e con una funzione diversa fin dagli ultimissimi anni del diciannovesimo secolo come carte legate alla vendita di sigarette, nei decenni successivi queste figurine si sono evolute cavalcando lo sviluppo della cultura pop giapponese, specialmente negli anni sessanta e settanta, e diventando quelle che sono adesso solo a partire dagli anni novanta del secolo scorso. Dall’ultimo decennio del ventesimo secolo infatti, questi giochi di carte hanno rappresentato una sorta di fenomeno di controtendenza. Se da una parte la cultura di massa si è spostata sempre di più verso l’immateriale, con videogiochi, lettura su digitale e tutto ciò che la rete è diventata, dall’altro lato c’è stata una parziale rinascita, o almeno un rinnovato interesse, verso il tattile che, in un primo momento, ha portato appassionati ad incontrarsi in spazi reali per giocare o scambiare queste figurine legate alla serie o ai manga preferiti.

GLI SPAZI legati a queste carte sono ancora luoghi di gioco, ma questo elemento ludico sta lasciando sempre di più il passo al puro collezionismo e alla vendita, in poche parole, un modo alternativo per fare soldi. Gli appassionati ammassano così pacchi e pacchi di carte nella speranza di trovare all’interno di questi la carta rara e capace di far «vincere la lotteria», magari vendendola all’estero o mettendola in rete. Fra i marchi che godono di più popolarità e che quindi comandano le cifre più importanti troviamo l’onnipresente Pokémon, fin dagli anni novanta, più recentemente One Piece o ancora le carte dedicate alla serie di manga e giochi Yu-Gi-Oh! Se quelle più ricercate e rare sono vendute per cifre superiori al milione di euro, si tratta di rarità o carte stampate alla fine degli anni novanta o agli inizi di questo secolo, anche quelle prodotte più di recente vengono vendute per cifre con molti zeri.

PROPRIO per il valore da collezione che alcune di queste carte hanno assunto in questi ultimi tempi, sono aumentati i casi di furto e il mercato è inevitabilmente caduto anche sotto l’interesse della malavita. Lo scorso mese, ad esempio, due rapinatori sono entrati nell’ufficio di un negozio ad Osaka, specializzato nella vendita di carte collezionabili, minacciando i due impiegati, ma allo stesso tempo non sapendo bene quali fossero le carte di più valore. La polizia ha reso noto comunque che la refurtiva è stata di quasi 100 di queste figurine, per un valore che supera i sessanta mila euro. Questo è stato solo l’ultimo e uno dei casi più clamorosi di questo tipo di rapine che, sempre secondo la polizia, sono in costante aumento. Nel marzo di quest’anno, un giovane ragazzo è entrato in uno di questi negozi specializzati nel quartiere di Akihabara, a Tokyo, per farsi mostrare dal commesso una rara carta legata all’universo Yu-Gi-Oh! e quotata circa 30 mila euro, per poi improvvisamente afferrarla e scappare via con essa. Catturato assieme al suo complice nei giorni successivi, il ragazzo ha confessato che lo ha fatto perché sperava di pagarsi con questa le spese di alloggio.

matteo.boscarol@gmail.com

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