Visioni

Galliano Juso, addio al produttore «corsaro» di mille visioni cult

Una scena da Lo zio di Brooklyn (1995) di Ciprì e MarescoUna scena da Lo zio di Brooklyn (1995) di Ciprì e Maresco

Cinema Lavorò senza distinzione a pellicole popolari e d’autore, da Ciprì e Maresco a Corbucci passando per Moana. Morto a 87 anni, iniziò con il poliziottesco e non smise mai di scovare talenti

Pubblicato un giorno faEdizione del 12 novembre 2024

Tra gli intervistati nel volume Per i soldi o per la gloria. Storie e leggende dei produttori italiani dal dopoguerra alle tv private – pubblicato l’anno scorso da minimum fax e firmato da Domenico Monetti e Luca Pallanch – c’è anche Galliano Juso nella sezione dedicata ai «battitori liberi». E, nel corso della sua lunga carriera, Juso «battitore libero» lo è stato. Così come «emblema di una razza di produttori corsari di cui si è perso lo stampo» – scrive il quotidiano pugliese La Gazzetta del Mezzogiorno riportando la notizia della scomparsa di Juso (domenica a Roma all’età di 87 anni) che era nato a Alberona, in provincia di Foggia, il 21 gennaio 1937.

Lunga, appassionata, densa di titoli, ondeggiante tra il cinema popolare e quello d’autore, radicale e aperta alla conoscenza e alla scoperta, è stata la filmografia di Galliano Juso, avviata negli anni Settanta e mai smessa, sempre in cerca fino all’ultimo di nomi nuovi da fare conoscere (Anna Piscopo con la sua opera prima Mangia!) o di storie e personaggi del cinema italiano più bistrattato (il regista Tanio Boccia narrato da Karen Di Porto ne Il grande Boccia).

Galliano Juso

DAL POLIZIOTTESCO alla commedia erotica, da Tomas Milian a Moana Pozzi, da Ferando Di Leo e Nando Cicero a Daniele Ciprì e Franco Maresco, Francesco Calogero e Antonio Rezza, e un’infinità di altri attori, attrici, cineasti e cineaste con cui condividere esperienze, rischi, avventure, scommesse, successi e fallimenti.

È proprio con un poliziottesco nel segno di corruzione, contrabbando e crimine – Il poliziotto è marcio di Di Leo con Luc Merenda – che Juso esordisce nel 1974. Milian appare per la prima volta in un film prodotto da Juso due anni dopo, Squadra antiscippo di Bruno Corbucci. Se gli anni Settanta vedono il produttore foggiano impegnato soprattutto in questo genere, il decennio successivo si apre con titoli inscritti nella comicità: quella da barzelletta de I carabbinieri (1981) di Francesco Massaro e il capolavoro di Cicero W la foca (1982), testo visionario e anarchico con un’indimenticabile Lory Del Santo e un cameo di Moana (poi per Juso protagonista di Amami, del 1993, un anno prima di morire).

MA JUSO ama spiazzare. E quindi, in alternanza con questo cinema di genere di qualità anche molto divergenti eppure sempre salutarmente necessario, eccolo dimostrare la sua vicinanza ad alcuni dei registi che stavano scrivendo pagine originali all’interno del cinema italiano. Come non pensare ai meravigliosi Cinque giorni di tempesta (1997) e Metronotte (2000) di un grandissimo cineasta come Calogero? O a Lo zio di Brooklyn (1995) di Ciprì e Maresco – film-faro del cinema italiano contemporaneo – incastrato fra Chicken Park (1994) di e con Jerry Calà e l’esordio nel lungometraggio di Rezza e Flavia Mastrella Escoriandoli (1996)?

Inoltre, Juso ha saputo intercettare quel cinema erotico, ribelle, fuori dalle convenzioni, realizzato da cineaste coraggiose e di talento appartenenti a generazioni diverse: Giuliana Gamba (produce Profumo, 1987, e La cintura, 1989), Monica Stambrini (Benzina, 2001), Maria Martinelli (Amorestremo, 2001, thriller erotico con Rocco Siffredi). Sempre lungimirante e anticonformista nelle scelte. Sempre innamorato del cinema nelle sue stratificazioni alte e basse e nei suoi proficui slittamenti e contaminazioni. Produsse anche Spara che ti passa (1993) di Carlos Saura con Francesca Neri e Antonio Banderas che, non sarà forse stato un caso al momento della scelta, si rifà a un racconto di Giorgio Scerbanenco. Traslato in Spagna, ancora uno sguardo sul noir, il poliziesco, una vendetta da compiere.

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