«Dovremmo esserci, la Vestager ci dovrebbe dire di sì». Da settimane il ministro Giorgietti e i tedeschi vedono nero sulla fusione (leggasi acquisizione per soli 325 milioni del 41%, potendo comandare nonostante l’essere in minoranza) di Ita airways da parte di Lufthansa. Ieri invece il presidente di Ita airways Antonio Turicchi ha rassicurato i sindacati.

LA LUNGHISSIMA QUERELLE della nanocompagnia nata dalle ceneri di Alitalia – comprandone il ramo aviation (aerei e slot) a un solo euro grazie alla compiacenza dei commissari nominati dal governo Draghi e alla perizia Fiori – fagocitata dal gigante tedesco come sua compagnia regionale che ne riempirà i più lucrosi voli intercontinentali dovrà per forza concludersi entro il 4 luglio. L’odiata Margrethe Vestager, da decenni a capo dell’antitrust europeo, veniva dipinta come al soldo di AirFrance, compagnia che avrebbe più da perdere dall’acquisizione. La danese – sconfitta nella gara per la guida della Banca europea degli investimenti (Bei) – era stata caldamente invitata da Giorgetti e Salvini a prendere la decisione prima delle elezioni europee. Non l’ha fatto e conta di non farsi condizionare dai risultati e dalle possibili nuove alleanze e dalla nuova commissione, della quale potrebbe non fare parte. I tempi europei sono biblici: i commissari attuali rimarranno in carica fino a novembre e sarà il governo danese (socialdemocratico) a decidere se accordare il terzo mandato all’esponente liberale.

Chiarita la legittimità della decisione da parte di Vestager, l’ottimismo di Turicchi deriva dai tanti sforzi fatti tedeschi di venire incontro alle richieste di Bruxelles per garantire la fatidica concorrenza sui voli intercontinentali, in special modo da Linate. Nel secondo aeroporto milanese Ita e Lufthansa hanno tantissimi slot che hanno già deciso di cedere alle altre compagnie (per prima Easyjet) e hanno aperto alla riduzione dei voli da Fiumicino per il Nord America. In più Ita (che fa ancora parte di Skyteam con AirFrance) rimarrebbe almeno per due anni fuori dalla alleanza Star Alliance di cui fanno parte anche United Airlines e AirCanada.

Per Turicchi tutte queste concessioni dovrebbero portare al fatidico «sì» di Vestager in tempi brevissimi.

I SINDACATI AVEVANO CHIESTO l’incontro preoccupati delle conseguenze dello stop all’acquisizione di Lufthansa e conseguenze negative rispetto al piano industriale che prevede l’aumento del numero di aerei e di lavoratori, ora arrivati a 5.500 di cui 3.800 personale navigante anche grazie alle tante cause di reintegro vinte per la palese continuità tra Ita e Alitalia.
«L’incontro è stato abbastanza positivo, lo stato dell’azienda è buono, più 36% in più di ricavi rispetto al 2023. Con questi dati si deve necessariamente ragionare su investimenti, apertura nuove rotte, aumento numero aerei di lungo raggio, nuove assunzioni e il rinnovo contratto nazionale», spiega il segretario nazionale Filt Cgil Fabrizio Cuscito.

«Auspichiamo l’Ue dimostri finalmente buon senso, se così non fosse il governo italiano dovrà intervenire con forza per individuare altre soluzioni in fretta», commenta Ivan Viglietti, segretario nazionale Uilt.