Fosse ardeatine, Meloni: «Trucidati perché italiani»
L'anniversario Anpi e opposizioni contro la premier: scelti, anche dai Repubblichini, perché antifascisti, oppositori politici ed ebrei. La difesa: «Li ho definiti italiani, è onnicomprensivo». Ma la leader di FdI rimuove i nove stranieri giustiziati
L'anniversario Anpi e opposizioni contro la premier: scelti, anche dai Repubblichini, perché antifascisti, oppositori politici ed ebrei. La difesa: «Li ho definiti italiani, è onnicomprensivo». Ma la leader di FdI rimuove i nove stranieri giustiziati
Nel più assoluto silenzio, alla presenza del presidente Sergio Mattarella, sono stati scanditi ieri i nomi delle 335 vittime della strage delle Fosse ardeatine, avvenuta il 24 marzo 1944. La premier Giorgia Meloni non era a Roma ma a Bruxelles per il Consiglio europeo così ha inviato un messaggio: «335 italiani sono stati barbaramente trucidati dalle truppe di occupazione naziste come rappresaglia dell’attacco partigiano di via Rasella. Una strage che ha segnato una delle ferite più profonde e dolorose inferte alla nostra comunità nazionale: 335 italiani innocenti massacrati solo perché italiani». Nella nota sono assenti i fascisti e gli antifascisti. Sono passare solo 24 dalla mancata costituzione di parte civile da parte del governo al processo per la strage di matrice neofascista di Piazza della Loggia (a cui l’esecutivo ha poi promesso di porre rimedio) e di nuovo il centrodestra va a sbattere sulla storia.
IL PIÙ LESTO A REAGIRE è stato il Pd con Chiara Braga, segretaria di Presidenza della Camera: «335 martiri in una cava poco lontano dalle case. Non perché italiani ma perché partigiani, politici, ebrei, dissidenti, insieme a tante donne e uomini liberi, uccisi per rappresaglia. La notte più buia della violenza nazifascista». La vicepresidente dem Chiara Gribaudo: «Massacrati solo perché italiani, no presidente Meloni. Come Fonzie, non riesce a pronunciare quella parola. I morti delle Fosse ardeatine sono stati massacrati perché antifascisti. Le rinfresco la memoria e il vocabolario». Il senatore Michele Fina: «Dispiace che la presidente Meloni non parli della motivazione dell’eccidio». E la vicepresidente del Parlamento europeo, Pina Picierno: «Consiglio a Giorgia Meloni di studiare e per aiutarla le donerò L’ordine è già stato eseguito dello storico Alessandro Portelli».
ALL’ANPI il compito di rimettere in ordine i fatti: «Certo, erano italiani ma furono scelti in base a una selezione che colpiva gli antifascisti, i resistenti, gli oppositori politici, gli ebrei. È doveroso aggiungere che la lista di una parte di coloro che, come ha affermato Giorgia Meloni, sono stati ‘barbaramente trucidati dalle truppe di occupazione naziste’ è stata compilata con la complicità del questore Pietro Caruso, del ministro dell’interno della repubblica di Salò Guido Buffarini Guidi, del criminale di guerra Pietro Koch, tutti fascisti». Quindi i fascisti c’erano e c’erano anche gli antifascisti, i resistenti e gli ebrei ma non erano tutti italiani: 9 erano stranieri. Meloni nel pomeriggio è stata costretta a mettere una pezza: «Li ho definiti italiani, mi sembra storicamente onnicomprensivo: gli antifascisti non erano italiani?». Il «blocco linguistico» alla fine non è stato rimosso.
DALL’ALLEANZA Verdi Sinistra, Nicola Fratoianni: «335 furono trucidati perché erano italiani e antifascisti, ebrei, partigiani. Un giorno o l’altro riuscirà a scrivere quella parola? Antifascista». Maurizio Acerbo (Prc): «Anche oggi Giorgia Meloni non è riuscita a condannare il nazifascismo. Non le riesce proprio». E dai 5S Roberto Fico: «È compito delle istituzioni e della politica tutta non essere omissivi, la storia non può essere riscritta».
GIORNATA COMPLICATA in FdI. Il presidente del Senato La Russa e Fabio Rampelli (ex mentore di Meloni) se la sono presa solo con i nazisti ma Rampelli si è ricordato degli ebrei. Il ministro e cognato della premier Lollobrigida ha preferito i contorni sfumati: «Piango gli italiani che morirono per mano straniera vittime dell’odio e della guerra. Il loro sacrificio sia da esempio eterno per chi combatte ogni tirannia» però ieri è andato al Mausoleo in forma privata fermandosi a parlare con l’eurodeputato Pd Smeriglio.
ESERCIZI DI EQUILIBRISMO anche nel governo. Il ministro dell’Istruzione Valditara il mese scorso ha minacciato provvedimenti contro la preside di Firenze che aveva scritto una lettera agli alunni dopo l’aggressione di Azione studentesca ma ieri ha scritto sui social: «La condanna del totalitarismo e della barbarie nazifascista deve iniziare dalle scuole». La collega Casellati ha ricordato solo le colpe dei nazisti, il ministro della Cultura Sangiuliano (un passato nel Fuan) usa l’indefinito: «Una tragedia indelebile della nostra storia».
PER LA LEGA evidentemente era un giorno qualsiasi e quindi non è stato speso neppure un tweet, Forza Italia invece in ambasce. La nuova linea da Arcore è non contraddire Meloni così Licia Ronzulli si è adegua: «335 italiani furono vittime della follia nazista». Il ministro Tajani non si è frenato: «335 italiani tra prigionieri politici, dissidenti, ebrei e militari uccisi per rappresaglia dai nazisti».
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