Lavoro

Federmeccanica propone «aumenti zero»

Federmeccanica propone «aumenti zero»Il settimo incontro della trattativa del rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici: da una parte Federmeccanica, dall’altra i sindacati

Lavoro Gli industriali: abbiamo già dato con lo scorso contratto, ora solo bonus e sanità privata. Fim, Fiom e Uil: pronti alla mobilitazione

Pubblicato 16 minuti faEdizione del 11 ottobre 2024

«Il primo contratto in chiave Esg». La proposta di Federmeccanica sul rinnovo dei metalmeccanici è questa. Cosa significa? Difficile capirlo. I criteri Esg – Environmental (ambiente), Social (società) e Governance – rimandano a un rating di sostenibilità che ogni azienda deve rispettare. Da Federmeccanica spiegano che «tramite il contratto ogni azienda farà passi avanti in ogni campo: sicurezza sul lavoro, welfare dei dipendenti, rispetto dell’ambiente».

TUTTO BELLISSIMO, tutto giustissimo. Un rinnovo di un contratto nazionale però si basa soprattutto sull’aumento salariale. E qui la spiegazione di Federmeccanica sul punto è fin troppo chiara: «nessun aumento». Di fronte alla richiesta dei sindacati di un aumento 280 euro mensili sui minimi contrattuali per il livello C3 (ex quinto livello), le associazioni datoriali sostengono che nel periodo 2021-2024 ci sono già stati adeguamenti ai minimi (secondo l’indice Ipca-Nei, inflazione al netto dei beni energetici importati) che «non hanno precedenti in tutta l’industria», un modello – si ritiene – che «continuerà a fornire garanzie» rispetto all’inflazione». In pratica, Federmeccanica sostiene che gli aumenti del contratto nazionale precedente che prevedevano ex post un adeguamento rispetto all’inflazione sono stati talmente alti che ora non possono dare più un euro. Solo per le aziende senza premio di risultato e in utile («un rapporto tra margine operativo lordo e fatturato superiore al 10%») e per i lavoratori che non hanno avuto «riconoscimenti individuali», si prevede un bonus una tantum di «700 euro lordi annui». Anche l’anzianità viene rottamata: «Passare dall’attuale sistema degli aumenti periodici di anzianità (Apa) ad un nuovo Elemento di continuità professionale (Ecp)»: altra fregatura per gli operai. Qualche concessione arriva su due temi cari a Confindustria e alla destra: uno 0,2% di previdenza complementare e 400 euro di flexible benefits nel quadriennio di vigenza contrattuale (mentre i sindacati lo chiedono di tre).

LA RISPOSTA DEI SINDACATI è stata dura: il «no» alla proposta di 280 euro di aumenti era nell’aria ma la controproposta di «zero euro» è spiazzante. Giunti al sesto incontro di una trattativa, i sindacati sono vicini a indire la mobilitazione: solo la vicinanza con lo sciopero del settore automotive del 18 li ha fermati da indire un’ulteriore protesta.

«Siamo chiamati a dover preparare uno stato di agitazione in previsione della scadenza a metà novembre della moratoria sulle iniziative di lotta prevista dal Contratto attraverso una campagna straordinaria di assemblee per informare le lavoratrici e i lavoratori. È iniziato con oggi il conto alla rovescia: se non ci sarà una reale trattativa sulla nostra piattaforma metteremo in campo tutte le iniziative necessarie dal blocco delle flessibilità fino allo sciopero – spiega il segretario Fiom Michele De Palma – . A quattro mesi dall’avvio della trattativa e dopo sette incontri, Federmeccanica e Assistal, al posto di rispondere alle nostre richieste, hanno presentato una “contro piattaforma” che non risponde su salario, stabilità dei contratti, riduzione dell’orario e garanzie negli appalti».

DI «CLIMA TESO TRA LE PARTI» e di «presentazione di una piattaforma che nulla ha a che vedere con la nostra», parla il segretario Uilm Rocco Palombella: «È inaccettabile una proposta in cui l’incremento del salario è pari a zero: dal 2012 complessivamente abbiamo preso 481 euro che, se li dividiamo per 12 anni e mezzo di vigenza dei contratti, significa che i lavoratori metalmeccanici hanno guadagnato 38,5 euro lordi all’anno. Non mi pare una cifra da capogiro», continua Palombella, visto che «nell’ultimo triennio i lavoratori hanno perso il 5% di potere d’acquisto».

«Federmeccanica e Assistal – secondo il segretario Fim Cisl Ferdinando Uliano – si sono assunte la responsabilità di presentare una proposta che non prefigura la possibilità di un accordo. Se nei prossimi incontri non si attestano avanzamenti, si aprirà una fase di conflittualità che tutti quanti vorremmo evitare».

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