Immagini tratte da «The Auschwitz Album» dello Yad Vashem

Anne Berest, indagando la memoria dolente e necessaria

Come rendere socialmente desiderabile la conversione ecologica

João Glama Ströberle, «Il terremoto del 1755» (Museo Nazionale dell’Arte Antica, Lisbona)

Danzare tra rovine e soglie della storia

Gian Lorenzo Bernini, «Estasi di Santa Teresa d’Avila» (Roma, Santa Maria della Vittoria)

Teresa d’Avila, l’esistenza guerriera di una donna libera

I resti dell'aereo precipitato al largo di Ustica

Se Macchiavelli riparte da Ustica per indagare l’Italia

Ubah Cristina Ali Farah, un ritratto dal sito operacircusuk.com

Ubah Cristina Ali Farah, in fuga dalla guerra, la diaspora della scrittura

La scomparsa di Benedetto mi riempie di sgomento e dolore. È stato per me, come per tutti noi, un interlocutore insostituibile.
Esploratore curioso e competente oltre il fronte avanzato del tempo, ci ha insegnato a rielaborare il cambiamento senza doverci resettare a ogni nuova innovazione e senza doverci arrendere.
Ci lascia in un momento complicato e pericoloso, in cui il suo modo di aiutarci a capire sarebbe più che mai prezioso. Ci mancherà terribilmente.

Esploratore di un fronte avanzato che rielaborava il cambiamento

Benedetto Vecchi

La biblioteca aperta e pensante di Benedetto Vecchi diventa un fondo

Ricordare Benedetto a <a href="https://www.ilmanifesto.it/ciao-benedetto/">un anno dalla scomparsa</a> evoca un vuoto fatto di tanti pieni, forse per questo ancora più grande. La sua morte, così prematura, ha lasciato tanti segni, tracce, orientamenti, percorsi. È come se ci avesse lasciato tanti cartelli stradali che portano in luoghi ancora da scoprire