Ragione, immaginazione e visione. Un catalogo per la praticabilità del futuro
OGGI A ROMA TRE Il fondo librario Benedetto Vecchi verrà presentato alle 15 nella Sala del consiglio del Dipartimento di scienze politiche
OGGI A ROMA TRE Il fondo librario Benedetto Vecchi verrà presentato alle 15 nella Sala del consiglio del Dipartimento di scienze politiche
Domani, 26 maggio, alle ore 15,00 nella Sala del consiglio del Dipartimento di scienze politiche dell’Università Roma Tre verrà presentato il fondo librario Benedetto Vecchi e discusso il suo libro postumo Tecnoutopie (DeriveApprodi, euro 15,00). Due momenti strettamente intrecciati che rimandano al senso profondo dell’eredità che ci ha lasciato il giornalista de il manifesto scomparso a gennaio del 2020.
IN «TECNOUTOPIE», infatti, Benedetto Vecchi ha sottolineato come la ragione ha sempre bisogno dell’immaginazione sia per legittimare le forme del dominio sociale sia per rovesciarle e trasformarle. Come paradigma del capitalismo contemporaneo e non solo come sua infrastruttura, Internet alimenta così utopie tecno-ottimistiche ma anche grandi visioni distopiche: la sfida è comunque sempre quella di immaginare e discutere sul futuro per poterlo costruire. Un’opzione semplice e pure profondamente radicale in una società che accetta il divenire come un dato di fatto e rinuncia allo slancio verso il futuro del desiderio, inteso non come avventurismo velleitario; bensì come capacità di tenere insieme l’analisi, l’approfondimento e la forza profonda degli ideali: è qui che, in fondo, si trova il fondamento del «socialismo scientifico», per cui solo a partire dai valori – quelli che stanno dalla parte dell’umanità – e da un certo desiderio di futuro si può costruire sia una vera scienza sociale sia un’azione politica in grado di promuovere una «buona società» e una «buona vita».
Tutti questi temi si ritrovano esattamente espressi dalla preziosa collezione di libri che, appartenuti a Benedetto Vecchi, costituiscono ora, grazie alla donazione della famiglia, il fondo istituito a suo nome presso la biblioteca di Studi politici dell’Università Roma Tre. Una collezione aperta e pensante composta da una miriade di testi letti, meditati e in gran parte recensiti su queste pagine come i tanti fili che portano, appunto, verso la costruzione del futuro.
NEL FONDO «Benedetto Vecchi» vi è dunque non solo un progetto politico e culturale – incentrato principalmente sul considerare Internet e la digitalizzazione fondamentali dimensioni del sociale e del capitalismo contemporanei – ma anche un grande invito pedagogico.
Vecchi ha tenuto, per molti anni, seminari, conferenze e lezioni presso il Dipartimento di Scienze politiche di Roma Tre, trasmettendo alle studentesse e agli studenti la necessità del dubbio e dell’approfondimento, in modo da farne protagonisti nella costruzione del proprio futuro.
Primariamente a partire dall’interrogazione critica di quel rapporto tra sviluppo tecnologico, politica e società che tanto considerava importante. Una trasmissione aperta e, soprattutto sobria, misurata, empatica, qualità che Vecchi metteva in tutto ciò che faceva e diceva, esercitando un grande carisma dell’intelligenza sugli studenti e le studentesse come su chi, più in generale, lo ascoltava e lo leggeva.
ERA ANCHE per questa via che Vecchi, innamorato della vita e del futuro, sottolineava come il voler diventare costruttori e costruttrici di mondi, di una buona società, richiede studio, pazienza ed equilibrio senza mai rinunciare ai grandi obiettivi e alle grandi passioni che ci rendono davvero vivi.
È in linea con tutto questo che all’evento di questo giovedì saranno coinvolti, come protagonisti, nella presentazione del Fondo e di Tecnoutopie non solo colleghi e amici ma anche le studentesse e gli studenti, le giovani generazioni, alle quali, in primo luogo, è diretta l’opera complessiva di Benedetto Vecchi.
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