«Errore scusabile»: il governo aiuta le aziende senza sicurezza
Strage Infinita Decreto Semplificazioni: basterà pagare pochi euro per sanare le inadempienze contrattuali. La denuncia di un ispettore: «Una vera porcata, il nostro lavoro diventa inutile»
Strage Infinita Decreto Semplificazioni: basterà pagare pochi euro per sanare le inadempienze contrattuali. La denuncia di un ispettore: «Una vera porcata, il nostro lavoro diventa inutile»
«Errore scusabile». Il concetto rimanda alla morale cattolica e proprio dall’università milanese che porta quel nome – e dallo studio Ambrosetti – sembra sia stato suggerito all’ineffabile ministra Marina Calderone che da buona ex presidente dei Consulenti del lavoro sa sempre come venire incontro ai desiderata delle imprese. L’«errore scusabile» infatti è citato nel titolo dell’articolo 6 del decreto Semplificazioni appena convertito in legge: «Violazioni sanabili e casi di non punibilità per errore scusabile». Si tratta dell’ennesimo annacquamento delle sanzioni sulla sicurezza sul lavoro. Il testo recita: «Per le violazioni per le quali è prevista l’applicazione della sanzione amministrativa pecuniaria non superiore nel massimo a 5.000 euro, l’organo di controllo incaricato, nel caso in cui accerti, per la prima volta nell’arco di un quinquennio, l’esistenza di violazioni sanabili, diffida l’interessato a porre termine alla violazione, ad adempiere alle prescrizioni violate e a rimuovere le conseguenze dell’illecito amministrativo entro un termine non superiore a 20 giorni dalla data della notificazione dell’atto di diffida. In caso di ottemperanza alla diffida, il procedimento sanzionatorio si estingue limitatamente alle inosservanze sanate».
QUESTO IL TESTO. LA RATIO e le conseguenze pratiche sul campo della vigilanza sulla sicurezza sul lavoro ce le spiega più di un Ispettore. «È una vera porcata che rovinerà il nostro lavoro, peggiorato continuamente negli ultimi 20 anni», spiega chiedendo di non rivelare la sua identità per evitare ritorsioni politiche, non nuove per lui e i suoi colleghi. L’esempio classico è quello di un controllo in un cantiere edile: «Mettiamo che io trovi un lavoratore non in regola con il contratto – spiega l’ispettore – l’azienda può appellarsi alla ritardata comunicazione alla Cassa edile, io non posso più opporre niente e quindi il datore di lavoro ha 20 giorni di tempo per mettere a posto le cose. Peccato che i lavoratori senza contratto o formazione sono quelli più a rischio sicurezza e, sfruttando l’«errore scusabile», le aziende sanno di poterla fare franca pagando pochissimo e non rischiando niente. È evidente che il governo mira poi ad allargare questo concetto: i miei controlli perdono di forza perché il datore di lavoro potrà sempre appellarsi all’«errore scusabile» per qualunque fattispecie», protesta l’ispettore.
UN GIUDIZIO CONDIVISO dai sindacati: «Siamo di fronte a un “condono” dei diritti dei lavoratori. L’«errore scusabile» apre a una possibile interpretazione anche su fattispecie delicatissime e pressioni che dall’alto possono giungere sul singolo ispettore”, denuncia la Fillea Cgil.
«MENTRE I LAVORATORI rischiano quotidianamente di subire un licenziamento per “giusta causa”, le aziende potranno aggirare le norme indisturbate, in nome della “non punibilità per errore scusabile” (sic!) – attacca la Cub – . L’ennesima drammatica riprova della subordinazione incondizionata del governo ai bisogni ed ai “capricci” delle controparti datoriali. Una sorta di salvacondotto per le aziende che, in caso in cui gli illeciti amministrativi compiuti siano punibili con una ammenda al di sotto di 5000 euro – continua la Cub – una foglia di fico che non nasconde la gravità della norma varata da Meloni&Co, nel silenzio generale anche di gran parte dell’opposizione: se è vero infatti che la mancata regolarizzazione di un lavoratore che viene utilizzato al “nero” per circa 30 giorni è una infrazione amministrativa non più sanzionabile con ammenda, l’indulgenza che si manifesta nel decreto varato investe inevitabilmente anche questioni che implicano la sicurezza nei luoghi di lavoro», rincara la dose la Cub.
Il decreto Semplificazioni contiene altri cambiamenti in quest’ottica e arriva dopo molti interventi che sviliscono il ruolo degli Ispettori del lavoro. Nello stesso decreto Semplificazioni c’è l’articolo 3 che riguarda il «Sistema di identificazione e valutazione del livello di rischio “basso”». «In questo modo aumenteranno moltissimo i settori e le imprese a rischio basso – continua l’ispettore – che non potranno subire controlli o che potranno usare il nuovo “Report certificativo” fatto da consulenti compiacenti per evitare i controlli». Il tutto arriva a poche settimane dall’introduzione della «patente a crediti», «un’altra porcata che ha sostituito quella che doveva essere la patente a punti per bloccare le aziende che non rispettano la sicurezza e che invece prevede che le imprese possano autocertificarsi alla Camera di commercio e partire da 100 crediti: per essere bloccate non bastano nemmeno tre morti sul lavoro», denuncia l’ispettore.
NEL FRATTEMPO anche le strombazzate assunzioni di Ispettori del lavoro citate a macchinetta da Calderone si scontrano con la realtà di una «riorganizzazione» interna che le vanifica. «Le assunzioni di 500 ispettori sono state decise da Orlando ma molti vincitori di concorso rinunciano per le condizioni salariali – solo 1.650 euro al mese – e di condizioni di lavoro: le spese di spostamento sono a carico nostro e la mancanza di assistenti amministrativi (i cosiddetti ausiliari) ci costringe a dover elaborare da soli le nostre ispezioni, un carico di lavoro pari al 30-40% del totale che fa scendere le ispezioni annuali dalle 120 che facevo 20 anni fa alle 35 che faccio adesso. In più a luglio è arrivata la riorganizzazione interna che ha distinto in modo ferreo fra ispettori ordinari e tecnici, mentre prima operavamo insieme. Il tutto davanti al dato di 78% di irregolarità rilevate nelle nostre ispezioni: una vera pazzia», si sfoga l’ispettore.
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