La “patente a punti” di Calderone è un buffetto alle imprese
Dopo la strage al cantiere dell’Esselunga di Firenze a febbraio la ministra Marina Calderone aveva annunciato la «patente a punti» per le imprese edili come «svolta» contro le morti sul lavoro.
L’attesa per il provvedimento è durata ben cinque mesi, passati non si sa a far cosa mentre nei cantieri si è continuato a morire. Ieri finalmente la ministra lo ha presentato alle parti sociali e il testo è peggiore rispetto a qualsiasi aspettativa. In pratica fermare un’impresa che non rispetta le norme sarà impossibile. Calderone infatti ha deciso di aumentare a dismisura le possibilità di recuperare punti.
DEGLI OTTO ARTICOLI dell’ultima bozza gli ultimi due sono dedicati proprio all’«Incremento dei crediti» – che le imprese potranno rivendicare al primo ottobre – e alla «Modalità di recupero dei crediti decurtati»
La patente, come già annunciato, avrà una base di partenza di 30 crediti. A ogni violazione seguirà una decurtazione – misurata in base alla gravità – e lo stop alle imprese che operano nei cantieri (mobili e immobili) scatterà sotto la soglia dei 15 crediti. Tuttavia, le strade per recuperare e aumentare punti sono tali per cui sarà possibile arrivare anche a quota 100.
Tra le motivazioni per gli incrementi vi è perfino la «storicità» di un’azienda. Secondo il testo, infatti, potranno essere attribuiti fino a 8 crediti in virtù della data di iscrizione dell’azienda richiedente alla Camera di commercio (il massimo dei punti andrà a quelle con almeno 20 anni di attività alle spalle). Inoltre, si potrà ottenere un credito per ciascun biennio successivo al rinnovo dell’asseverazione del modello di organizzazione e gestione, fino a un massimo di 22 crediti.
MOLTO NEGATIVO IL GIUDIZIO dei sindacati. Il segretario generale della Fillea Cgil Alessandro Genovesi denuncia «la scarsa utilità pratica che rischia di avere, tra crediti aggiuntivi e modalità di recupero, soprattutto senza una chiara indicazione obbligatoria agli ispettori di sospendere la patente di fronte a gravi colpe del datore su infortuni gravi – continua Genovesi – . Ribadiamo come la sfida vera era e rimane la qualificazione delle imprese all’ingresso, prima di entrare in cantiere, magari riformando lo stesso sistema delle certificazioni e rendendole obbligatorie anche per gli appalti privati». «Una patente a punti inutile», per la segretaria confederale Uil Ivana Veronese e il segretario nazionale Feneal Uil, Stefano Costa.
Unici punti positivi, «accolte le nostre indicazioni sull’obbligo di formazione per lavoratori e non solo per i datori, la formazione aggiuntiva specie per i migranti, l’asseverazione dell’organizzazione del cantiere fatta dagli enti bilaterali del settore», conclude la Fillea Cgil.
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento