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Elon Musk: «Fate figli, l’identità culturale italiana non deve scomparire»

Elon Musk: «Fate figli, l’identità culturale italiana non deve scomparire»Roma, Elon Musk sul palco di Atreju – Angelo Carconi/Ansa

Atreju Nessuno a destra gli fa presente che qui sarebbe un criminale dopo essere ricorso alla Gpa

Pubblicato 10 mesi faEdizione del 17 dicembre 2023

Al cospetto di Erdogan aveva portato il piccolo X, sul palco di Atreju di fronte a Giorgia Meloni, La Russa e anche Santiago Abascal di Vox, seduto al fianco della premier, esibisce un altro dei suoi 11 figli, Tau. Elon Musk, l’”ospite a sorpresa” della convention romana di Fratelli d’Italia, ne fa lo sponsor del tema portante del suo dialogo con Nicola Porro: urge riprodursi, o «non ci saranno prossime generazioni». Curioso da dire quando il sovrappopolamento del nostro pianeta è un amaro dato di fatto, ma la chiave naturalmente è quella di evitare la “sostituzione”, mai menzionata apertamente ma che aleggia su tutto il discorso dell’uomo più ricco del mondo. Imboccato da Porro Musk sostiene infatti che «l’immigrazione non può essere una soluzione»: «Non vogliamo che l’identità culturale italiana o francese scompaia. Certo ci sono i confini, ma l’Italia sono le persone, gli italiani». Applausi calorosi dall’uditorio, da parte di quello stesso establishment di destra per il quale Musk – che ha dato il suo contributo alla ripopolazione rivolgendosi anche alla maternità surrogata – sarebbe sulla carta un criminale macchiatosi del «reato universale» della Gpa.

Ipocrisia che notano in tanti, da Alessandro Zan (Pd) – «nessuno ha avuto il coraggio di dirgli che la Gpa loro la considerano più grave della tortura o della riduzione in schiavitù, al pari del genocidio. Ancora una volta, forti con i deboli, deboli con i forti. Ipocriti e codardi» – a Nicola Fratoianni (Si) e Riccardo Magi (+ Europa).

DETTAGLI. Nella platea e la sala strapiene, mentre decine di persone fra cui tantissimi ragazzi e ragazze seguono le parole del miliardario da due grandi schermi esterni all’ombra di Castel Sant’angelo, si applaude convinti alle ripetute esortazioni di Musk a ripopolare il mondo (da intendersi come bianco e occidentale). Tanto che, quando gli viene chiesto se l’Italia sarebbe un buon posto dove portare le sue compagnie, il Ceo di Tesla risponde che a preoccuparlo è la natalità: «Se porto qui una mia azienda chi ci lavorerà se in 50-60 anni non ci saranno più persone?».

ALTRO TEMA caldo arriva dal dibattito statunitense: il woke mind virus diventato un mantra per la destra contemporaneamente istituzionale e eversiva da Donald Trump al governatore della Florida Ron DeSantis. Le lotte per una società più inclusiva e giusta degli ultimi anni diventano in questa narrativa sposata da Musk «un virus nato dall’estrema sinistra nei college americani. Un messaggio di divisione e di odio, mentre io sono a favore di un futuro con più amore». Grandissimo entusiasmo in platea.

E gli inserzionisti che hanno scaricato la piattaforma social di Musk, X (ex Twitter), tra cui Disney? «Non gli è piaciuto qualcosa che ho detto» osserva Musk con un certo understatement riferendosi all’incidente di qualche settimana fa in cui aveva dato il proprio sostegno a un post antisemita. «Ma torneranno». Forse non Disney, infettata dal temibile virus woke da quando contempla l’esistenza di personaggi della comunità Lgbtq o non bianchi. «Walt Disney si rivolterebbe nella tomba: lui voleva portare gioia nella vita delle persone. Sotto Bob Iger (l’attuale Ceo, ndr), l’azienda ha tradito la sua visione». E forse infetta è la stessa Commissione europea – osserva -, che pure ha levato le proprie inserzioni dalla piattaforma. In Europa tra l’altro «ci sono troppe regole», come le corde che «immobilizzavano Gulliver», dichiara poco dopo aver spiegato che regolare l’intelligenza artificiale è una delle sfide più urgenti per garantire un futuro all’umanità. Meglio forse se le regole vengono dalla Silicon Valley.

Altra sfida fra le più urgenti è la transizione energetica ma lui – «il più grande ambientalista» che può vantare al suo attivo un’azienda di auto elettriche, Tesla – sostiene che «è prematuro» pensare, come fanno «alcuni ambientalisti che ci tolgono fiducia nel futuro», di «fare a meno subito dei combustibili fossili»: «Ci vorranno decine di anni».

A INCONTRO finito tutte le prime file scattano in avanti a chiedergli un selfie, la prima ministra lo incontra subito dopo per un lungo dialogo a porte chiuse. E nel frattempo la commissione Pd in Vigilanza Rai chiede «un’audizione immediata in commissione del direttore Paolo Petrecca»: il canale ha infatti interrotto la diretta dell’assemblea nazionale Pd, proprio mentre stava per parlare Elly Schlein, per mandare in onda l’edificante incontro con Musk.

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