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Ecco cosa scrive il governo: «Pronti a cambiare la legge»

Ecco cosa scrive il governo: «Pronti a cambiare la legge»Il sottosegretario alla presidenza del consiglio Alfredo Mantovano – Ansa

Carne coltivata La retromarcia di palazzo Chigi nella lettera del sottosegretario Mantovano al Quirinale. Le critiche di M5S, +Europa e Pd: «Esecutivo di falsari, un autogol ai danni dell’Italia»

Pubblicato 11 mesi faEdizione del 5 dicembre 2023

Una legge approvata con tanto di fanfare dalla destra sovranista ma destinata a durare meno di uno yogurt. Sul no alla carne coltivata il governo Meloni ha evidentemente scherzato, e la prova è la lettera che il sottosegretario Alfredo Mantovano ha allegato qualche giorno fa al testo di legge al momento di inviarlo al Quirinale per la firma.

Nella lettera Mantovano compie una conversione a U rispetto a quanto fatto dalla sua stessa maggioranza. Il centrodestra infatti aveva ritirato la procedura di notifica all’Ue del provvedimento (procedura Tris), che era stata avviato trattandosi di un tema legato al libero commercio tra i paesi europei. Il tutto per arrivare ad una rapida approvazione in Parlamento, senza attendere il via libera degli euroburocrati. È stato il Quirinale a ricordare ai frettolosi legislatori che invece la procedura Tris andava riaperta, e a pretendere, prima di apporre la decisiva firma per la promulgazione, che il governo si impegnasse a tenere conto delle future e inevitabili osservazioni di Bruxelles.

Detto fatto. Al riparo dai riflettori Mantovano ha scritto al Colle per assicurare che il ministro dell’Agricoltura Lollobrigida aveva riaperto la procura Tris. «Rappresento l’impegno del governo a conformarsi a eventuali osservazioni che perverranno a seguito della notifica e a intervenire tempestivamente attraverso ogni utile iniziativa, anche normativa», scrive Mantovano.

Insomma, servirà una nuova legge, al posto di quella appena pubblicata in Gazzetta ufficiale, quando Bruxelles invierà le sue osservazioni. «Questa vicenda ha un esito significativo e plateale», spiega Riccardo Magi di +Europa, tra i deputati che più si sono battuti contro la norma. «Lollobrigida in aula ha sostanzialmente detto che il governo se ne sarebbe fregato delle norme Ue e hanno bocciato tutti gli emendamenti che suggerivano prudenza e la necessità di non violare le procedure europee».

Alla fine, dice Magi, «il Quirinale ha chiesto e ottenuto quello che anche noi avevamo chiesto in Parlamento. Mi pare che questa vicenda metta una pietra tombale sulla credibilità di queste destre: sono dei falsari». Lollobrigida alla Camera aveva detto con una certa sicumera: «Vogliamo convincere tutte le altre nazioni europee a fare la stessa scelta dell’Italia, come è già avvenuto con gli OGM»: per la carne coltivata non andrebbe attivata una procedura alimentare ma «di tipo farmaceutico, come ha suggerito anche il ministro della Salute Schillaci».

Molto critico anche il M5S, che ha votato contro: «Il governo temeva una bocciatura europea e così ha ritirato la procedura Tris, la verità è che se l’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare, con sede a Parma) dovesse stabilire che la carne coltivata è sicura il governo non potrà vietarne l’importazione. E con questa legge avrà tolto una possibilità di mercato alle nostre imprese», spiega il deputato Alessandro Caramiello. «Il governo ha fatto solo una battaglia ideologica, ma di fronte all’ipotesi di una procedura d’infrazione ha dovuto subito fare marcia indietro». Per il deputato dei 5S «la maggioranza ha fatto un clamoroso autogol ai danni dell’Italia».

Chiara Braga, capogruppo Pd (che si è astenuto nel voto finale), ricorda: «Abbiamo detto da subito che la maggioranza stava cavalcando in modo superficiale un tema che andrebbe invece valutato scientificamente: ora devono ammettere che era solo propaganda, e che hanno legiferato in modo superficiale. Addirittura approvando una legge “precaria”, qualcosa di inedito nella storia parlamentare».

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