Dopo Whirlpool anche Beko chiude. A rischio Siena e Comunanza
Il ministro Urso in primo piano a sinistra prega durante gli annunci dei turchi sul Piano industriale di Beko
Lavoro

Dopo Whirlpool anche Beko chiude. A rischio Siena e Comunanza

Crisi Infinite I turchi presentano il Piano industriale al ministro Urso. Perfino Cassinetta (Varese) non è tranquilla: la parte refrigeratori è in forte rosso
Pubblicato circa un'ora faEdizione del 8 novembre 2024

La via crucis dei lavoratori degli elettrodomestici in Italia è senza fine. Dopo le chiusure di Merloni, Ariston, Indesit e Whirlpool, ora tocca a Beko. Il marchio controllato dai turci di Arçelik solo da pochi mesi aveva acquisito cinque stabilimenti italiani da Whirlpool (non quello di Napoli, chiuso tre anni fa): Siena (congelatori), Comunanza (Ascoli, lavatrici e lavasciuga), Melano (Ancona, piani cottura), Cassinetta (Varese, frigoriferi, forni a microonde) mentre nel sito di Carinaro (Caserta) Whirlpool ha un centro di ricondizionamento. Per un totale di oltre 5 mila dipendenti.
Ieri la nuova proprietà ha illustrato a governo e sindacati i suoi piani per l’Italia per bocca di Ragip Balcioglu, presidente e Ceo di Beko Europe.

La presenza del ministro Adolfo Urso al tavolo non lasciava prevedere niente di buono: durante la presentazione è stato immortalato con le mani sovrapposte, quasi stesse pregando per evitare annunci peggiori.

Le slide presentate non lasciano molte speranze. In una si legge: «L’attuale presenza nei settori del Lavaggio e Refrigerazione sarà ulteriormente valutata per evitare altre perdite di cassa». Tradotto: sono ben tre gli stabilimenti a rischio chiusura: Comunanza, Siena e una parte di Cassinetta, per un totale di oltre mille posti di lavoro.

Lo stabilimento di Cassinetta è la storica fabbrica principale, dà lavoro a 2.087 persone con circa 800 operai impegnati sui frigo e forni a incasso e microonde. La preoccupazione è altissima anche per Siena, dove i 300 dipendenti assemblano congelatori a pozzetto, prodotto in crisi che ha conosciuto una ripresa solo durante gli anni del Covid. Ad alto rischio anche Comunanza, dove i 332 dipendenti si occupano di lavatrici e lavasciuga. Beko ha un sito simile in Romania, aperto nel 2019, e diverse fabbriche in Turchia.

«Le lavoratrici e i lavoratori pretendono rispetto, le informazioni circolano da diversi giorni – attaccano la segretaria nazionale della Fiom Barbara Tibaldi e il segretario confederale delal Cgil Pino Gesmundo – . Gli stabilimenti nei settori del lavaggio (Comunanza) e della refrigerazione (Cassinetta e Siena) sono evidentemente destinati alla chiusura. Riteniamo si stia per completare il piano di disimpegno dall’Italia, come avevamo già denunciato quando Arçelik ha chiuso l’accordo con Whirlpool per la nascita di Beko Europe per il rischio di sovrapposizioni di produzioni. Al governo chiediamo di garantire posti di lavoro e stabilimenti. Organizzeremo la nostra lotta contro l’ennesima, inaccettabile dismissione industriale», concludono Tibaldi e Gesmundo.

«Ci opporremo a chiusure o licenziamenti e chiederemo al governo di utilizzare la Golden power», attacca il segretario nazionale della Uilm Gianluca Ficco.

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