Di Franco (Fillea Cgil): «L’ipocrisia del governo su bonus, sicurezza sul lavoro e migranti»
Il neo segretario generale della Fillea Cgil Antonio Di Franco con Maurizio Landini
Lavoro

Di Franco (Fillea Cgil): «L’ipocrisia del governo su bonus, sicurezza sul lavoro e migranti»

Intervista al Neo Segretario degli Edili Cgil «Serve un piano decennale per la direttiva sulle case green, stop ai sub appalti e una procura nazionale sugli infortuni, subito una sanatoria per chi lavora in nero e cancellare la Bossi-Fini»
Pubblicato circa 8 ore faEdizione del 15 ottobre 2024

Antonio Di Franco, lei da venerdì è il nuovo segretario generale della Fillea Cgi e prende il testimone da Alessandro Genovesi che ha ringraziato più volte nella sua relazione: il governo Meloni sostiene che deve tagliare la spesa pubblica anche a causa degli sprechi del bonus 110: ben 200 miliardi secondo Giorgetti.
Rispondo che viene usato come alibi. Se è vero che tutta la politica lo ha gestito male, gli effetti sulla crescita post Covid e le entrate fiscali legate al provvedimento sono state altissime. Al governo ricordo poi che, nonostante il voto contrario a Bruxelles, dal primo gennaio è chiamato a predisporre il piano per la direttiva europea sulle case green. Una direttiva che prevede di efficientare tutte le abitazioni: sarebbe una follia lasciare che gli incapienti debbano pagarsela da soli. Serve gestire questa enorme sfida in modo diverso dai bonus, con un piano decennale che contempli anche molta finanza pubblica, da discutere con tutto il mondo della costruzioni e le sue filiere, noi compresi: un mondo che il Cresme stima nel 25,4% dell’intero Pil.

Nella sua relazione lei ha dato molta importanza al concetto di «infrastrutture sostenibili»: per voi edili il rispetto dell’ambiente si può declinare anche in senso occupazionale?
Nel primo decennio del 2000 il consumo di suolo era di 210 Km quadrati l’anno, nel secondo si è passati a 60 km quadrati di cui solo il 16% per nuove abitazioni. La rigenerazione urbana è un concetto per noi centrale per rispettare l’ambiente. Dunque serve partire dal patrimonio esistente. Per «infrastrutture sostenibili» io intendo in primis la gestione delle infrastrutture esistenti, la manutenzione ordinaria e straordinaria delle abitazioni, delle strade e dei binari. Nei prossimi anni ogni impresa dovrà rispettare i criteri di sostenibilità ambinetale Esg e non vogliamo che sia tutto solo sulla carta. Serve un reale cambio di cultura per tutto il settore.

Lei da segretario nazionale aveva la delega anche sulla manutenzioni dei binari, settore in cui – a un anno e due mesi da Brandizzo – si continua a morire sul lavoro, nonostante la patente a crediti voluta dalla ministra Calderone. Qual è la situazione oggi?
La situazione è identica a prima di Brandizzo. Con una aggravante: la patente a crediti voluta da Calderone non si applica alle aziende che hanno una certificazione Soa di terzo livello (hanno un milione di fatturato) e dunque a tutte quelle coinvolte negli incidenti più gravi come Brandizzo che continuano tranquillamente a fare sub appalti. Esattamente come tutto il gruppo Fs. Evidentemente per volontà politica. Mentre invece ci sono altre realtà che si comportano in maniera opposta, ad esempio i comuni di Roma, Napoli e Bologna che come stazioni appaltanti hanno deciso di bloccare i sub appalti a cascata. In più, sempre la patente a crediti prevede l’«immunità ispettiva» per un anno dopo un controllo, una sorta di presunzione di regolarità senza precedenti quando lo stesso governo denuncia che i controlli degli ispettori rilevano irregolarità nel 75% dei casi, livelli che in Ue ci sono solo in Bulgaria e Lituania.

Cosa serve invece per ottenere risultati sulla sicurezza sul lavoro?
Serve limitare fortemente il sub appalto, più controlli lungo tutta la filiera delle costruzioni, il badge di cantiere e maggiore vigilanza sulla formazione dei lavoratori. Ma più importante è la creazione di una Procura nazionale sugli incidenti sul lavoro, senza nuovi reati, per garantire tempi certi: il nostro compagno Salvatore Cucè è morto nei cantieri del Terzo Valico dei Giovi a febbraio 2023 e l’inchiesta non è ancora finita mentre il sottosegretario Edoardo Rixi ha annunciato che lì, dove il cantiere non è mai stato sospeso, è stato trovato un giacimento di gas, la causa più probabile della morte di Salvatore.

Lei ha ricordato che il 40% degli iscritti alle Casse edili è migrante.
Per questo chiediamo subito una sanatoria: ci sono decine di migliaia di migranti che lavorano in nero e l’ipocrisia del decreto flussi darebbe loro come unica possibilità per essere regolarizzati di tornare nei paesi di origine. Va poi cancellata la Bossi-Fini e ricreati canali legali per far entrare mandopera.

Subito si dovrà occupare del rinnovo del contratto edile.
Chiediamo 275 euro di aumento perché è il momento della redistribuzione: in questi anni le aziende, che difatti hanno bilanci in utile, hanno scaricato l’aumento dei costi delle materie prime sui preventivi finali. Ora tocca riconoscere il giusto compenso ai lavoratori.

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