Mentre l’Italia si qualifica per Euro 2024 e ci si riavvicina al ritorno del campionato con il derby d’Italia nel posticipo domenicale, si provi a riflettere sul famigerato Var. Lo strumento tecnologico introdotto nel calcio da qualche anno, così discusso e spesso utilizzato in modo discutibile dai fischietti di gara, è rimasto incredibilmente silente nell’episodio del rigore a pochi attimi dall’epilogo con l’Ucraina che avrebbe potuto privare la nazionale italiana di un altro appuntamento internazionale, dopo il doppio trauma della mancata qualificazione ai Mondiali. Meglio ricordarsene quando se ne invoca l’uso a voce alta, perché sono in pochi in queste ore a sottolineare quanto abbia inciso il mancato utilizzo sulla qualificazione italiana e Donnarumma l’ha ammesso, in un impeto di onestà. Anche se la sconfitta con gli ucraini sarebbe stata una punizione eccessiva per Luciano Spalletti: il ct è stato una specie di demiurgo in questi mesi dopo la rovinosa crisi ferragostana che ha rovinato le vacanze ai vertici della Figc e spedito Roberto Mancini poi in Arabia Saudita.

SPALLETTI ha rivitalizzato casa Italia, sopperito a continue assenze dei pochi uomini chiave, destando un po’ di passione negli italiani verso la nazionale. Ora sarebbe il caso che si andasse incontro alle esigenze del commissario tecnico per fare almeno bella figura in Germania: non solo un drone per analizzare gli allenamenti da Coverciano ma soprattutto la disponibilità dei club a facilitare il lavoro di Spalletti verso gli Europei.Riprende il campionato, domenica il big match Juventus Inter

Il ct vuole amichevoli con nazionali di spessore, vorrebbe ripercorrere la linea di Marcello Lippi, che nel 2006 (in Germania..) ha costruito la forza della sua nazionale attraverso i rotondi successi in amichevole su Olanda e Germania. Anche se, altro elemento da tenere a mente ma non è complicato, la qualità a disposizione di Lippi era ben diversa da quella cui può ricorrere Spalletti, che al momento si ferma e lancia la palla passa a Simone Inzaghi e Max Allegri. Per ora la corsa al tricolore sembra affar loro, con un pacchetto di punti di vantaggio su Milan e Napoli e con organici – soprattutto l’Inter – in grado di arrivare in fondo alla contesa. Per questo motivo, lo scontro di domenica a San Siro è un primo snodo del torneo: se l’Inter dovesse centrare i tre punti, suonerebbe come una fuga dei nerazzurri, in ogni caso i principali favoriti per il successo finale.

E A PROPOSITO di tecnici toscani – ce ne sono sette al momento in Serie A, un primato -, sabato c’è il ritorno sulla panchina del Napoli dopo dieci anni di Walter Mazzarri (livornese come Allegri), in un’attesa operazione nostalgia a cui ha dovuto ricorrere il presidente De Laurentiis per non veder svanire del tutto la meravigliosa macchina di gioco e punti che ha portato lo scudetto in Campania poco più di cinque mesi fa. Lo scetticismo è diffuso e anche in parte comprensibile (Mazzarri viene da un paio di esoneri ed era sul punto di andare ad allenare in Egitto), il lieto fine, quindi la riscossa di Mazzarri, sarebbe invece una bella storia. Anche se lo scoglio che attende il mister «rientrante» e il club partenopeo non è dei più semplici: l’Atalanta di Gasperini.