Lavoro

Deliveroo, sciopero dei ciclo-fattorini a Brighton

Deliveroo, sciopero dei ciclo-fattorini a Brighton

Gig Economy I fattorini di Deliveroo hanno messo in atto uno sciopero spontaneo per protestare contro la paga troppo bassa, che secondo le rivendicazioni dei rider porta loro a guadagnare meno del salario minimo orario legale. Come a Londra, e come in Italia con Foodora, il pagamento si basa su un sistema di pagamento a cottimo: 4 sterline a consegna, in una città in cui gli affitti e il costo della vita arrivano quasi a toccare gli esorbitanti livelli londinesi

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 2 marzo 2017

Mentre in Italia tornano sotto i riflettori le discutibili pratiche manageriali di Foodora, dopo la notizia della disconnessione dei rider più attivi nello sciopero dello scorso ottobre, anche in Inghilterra si è riaccesa la protesta dei fattorini di Deliveroo, gigante della food delivery gestita tramite app. Dopo gli scioperi dell’estate scorsa a Londra, questa volta il cuore della protesta è Brighton, cittadina marittima sulla costa inglese. Qui tre settimane fa i fattorini di Deliveroo hanno messo in atto uno sciopero spontaneo per protestare contro la paga troppo bassa, che secondo le rivendicazioni dei rider porta loro a guadagnare meno del salario minimo orario legale. Come a Londra, e come in Italia con Foodora, il pagamento si basa su un sistema di pagamento a cottimo: 4 sterline a consegna, in una città in cui gli affitti e il costo della vita arrivano quasi a toccare gli esorbitanti livelli londinesi.

Due erano dunque le rivendicazioni poste dagli scioperanti: l’aumento della paga per consegna da 4 a 5 sterline, e un congelamento immediato delle nuove assunzioni.

Questa seconda rivendicazione pone l’attenzione su una nuova criticità derivante dalle pratiche dei giganti della gig economy, messa in luce anche dai fattorini di Foodora. A Brighton come in altre città, Deliveroo ha infatti messo in atto negli ultimi mesi un’aggressiva campagna di ingaggio di nuovi fattorini, ufficialmente per poter rispondere in maniera più efficiente alla domanda di consegne. Questa operazione è risultata però in un allargamento della flotta tale per cui non ci sono più abbastanza consegne per garantire sufficiente reddito a tutti i rider ingaggiati. Deliveroo ha dunque creato un vero e proprio serbatoio di riserva della forza lavoro, che rende i fattorini facilmente sostituibili e accresce la competizione tra di loro per assicurarsi le consegne.

Lo sciopero era stato inizialmente auto-organizzato dai rider, che hanno poi votato all’unanimità per unirsi al sindacato di base Independent Workers of Great Britain (IWGB), già al centro della mobilitazione a Londra e della vittoria legale che ha portato alla riclassificazione di una ciclo-fattorina dell’azienda CitySprint come lavoratrice para-subordinata piuttosto che autonoma.

Lo sciopero, messo in atto di sabato sera e dunque nel momento di massima domanda, ha colpito nel segno: alcuni ristoranti hanno riportato un calo del 50% del volume di consegne. La ditta si è però inizialmente rifiutata di accogliere le richieste dei fattorini e di iniziare una trattativa. Il sindacato ha dunque posto un ultimatum di due settimane per accogliere le richieste dei rider. Scaduto l’ultimatum, l’IWGB ha messo in atto una massiccia campagna di comunicazione per costringere Deliveroo a trattare. Come successo nel caso di Foodora, la campagna mira a colpire la reputazione di Deliveroo e ad attrarre il supporto del pubblico, coinvolgendo una platea ampia di sostenitori tramite una mobilitazione sui social media e un mail-bombing ai responsabili della ditta.

La campagna dei rider ha raccolto il sostegno di figure di alto profilo, come il ministro-ombra John McDonnell o la deputata di Brighton Caroline Lucas, che hanno scritto alla ditta per invitarla ad accogliere le richieste dei rider a trattare. Un primo risultato è già stato raggiunto: la ditta ha capitolato su una delle due richieste, accettando di fermare l’ingaggio di nuovi fattorini, ma la protesta continua per ottenere un aumento della paga per consegna. I riflettori sono ora puntati su Deliveroo. Come ha scritto ieri Jason Moyer-Lee, segretario dell’IWGB in una lettera aperta all’azienda, “Deliveroo può scegliere o la via masochistica verso la sconfitta, sperando che la campagna si esaurisca salvo poi capitolare, come è accaduto con tutte le ditte verso cui abbiamo mai lanciato una mobilitazione; o può accettare il nostro invito a negoziare. La scelta è vostra, capo”. Con l’attenzione alle stelle e la gig economy al centro del dibattito pubblico, anche nel parlamento inglese dove in queste settimane è attiva una commissione d’inchiesta sul tema, i rider potrebbero avere la meglio.

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