Dalla guerra a bassa intensità contro Elly Schlein e il Pd ieri il presidente della regione Campania De Luca è passato allo scontro frontale con il primo vero attacco a tutto campo. Del suo partito non ha salvato nulla. Dall’altro lato della barricata nessuna replica: De Luca, è il ragionamento, con le sue parole si è messo fuori dal Pd. Così dal Nazareno proseguono a organizzare la manifestazione del 14 e 15 luglio a Napoli sull’autonomia differenziata (annunciata dalla stessa Schlein), smentendo di volerla cancellare o spostare in un’altra città causa boicottaggio del governatore: «Sarà un convegno, come abbiamo sempre immaginato» assicurano, certi che il sindaco Manfredi sarà presente. Se da Salerno è partita la lotta per riprendere il controllo del partito, dall’area Schlein si lavora per isolare De Luca a partire da un dato: al comune di Napoli la maggioranza si regge sul campo largo con i 5S, modello da applicare alle prossime regionali.

La redazione consiglia:
De Luca contro Schlein: «Faranno piazza pulita del Pd»LA MATTINATA, ieri, sembrava avere un inizio tranquillo: la segreteria dem annunciata per oggi a Ventotene con Schlein e tutti i componenti alla tomba di Altiero Spinelli e, nel pomeriggio, alla libreria Ultima spiaggia per l’inaugurazione del circolo Pd intitolato a Ursula Hirschmann, antifascista tedesca sostenitrice del federalismo europeo. Alle 11 però è iniziata la conferenza stampa a Palazzo Santa Lucia per la mostra Hostia dedicata a Pasolini e da lì in poi è partito il cannoneggiamento. «Il tema del terzo mandato viene sollevato da gente che ne ha anche 7 alle spalle – ha cominciato De Luca che vuole correre per il terzo giro in regione -. Schlein a 30 anni ne ha già tre: Parlamento europeo, Consiglio regionale e Parlamento italiano. Una cacicca ante litteram. Dietro di me ho il consenso dei cittadini. A Roma abbiamo il 90% di miracolati, di cooptati che non sarebbero in grado di conquistare neanche il voto delle madri». Il figlio Piero, al secondo mandato in parlamento, conta invece sul sostegno del padre.

QUINDI LA STOCCATA alla segretaria: «Pasolini non aveva consapevolezza dell’armocromia, oggi sarebbe nel suo a spiegare quanto di finzione e di cialtroneria vi sia in alcune petizioni apparentemente di sinistra». Quando il partito non volle ricandidarlo sindaco di Salerno De Luca si presentò con uno squadrone di liste civiche e vinse. Potrebbe succedere alle prossime regionali? La risposta da Palazzo Santa Lucia è no. De Luca vuole che il Nazareno fissi la data del congresso regionale ponendo fine al commissariamento. Rimettere insomma il Pd campano all’ombra di De Luca per procedere verso le prossime elezioni, europee e quindi regionali, da una posizione di forza.

«QUALCUNO DOVRÀ SPIEGARE perché si sia verificato il sequestro del Pd in Campania – ha proseguito -. Alle primarie il 70% ha detto di no al look della Schlein (che ha vinto solo a Napoli ndr) e siccome ha detto di no viene sequestrato il partito con argomenti penosi. Io non ho fatto un’iniziativa per le primarie ma mi trovo oggetto di un’aggressione mediatica da parte di un giornale (il Domani ndr) credo di proprietà di uno che fa il miliardario in Svizzera e il rivoluzionario in Italia». E sul meccanismo delle primarie: «La vita democratica è fatta anche di episodi molto poco meditati. Ci sono stati i voti? Bene, ma prima dei voti ci sono stati altri voti di partito che hanno detto un’altra cosa».

IL PD REGIONALE è stato commissariato per la denuncia sui voti anomali a Caserta. De Luca non si scompone: «Sfido tutti a un dibattito su trasparenza e legalità. Mi sono rotto le scatole delle allusioni. Bisognava chiedere a Caserta chi sono i delinquenti. Fate nomi e cognomi, vi sfido». Schlein ha incontrato De Luca prima dell’assemblea di Art1 che ne ha sancito il ritorno nei dem: «Chi sostiene questo nuovo corso? È la domanda che le ho fatto – ha raccontato -, oltre al congresso. Chi sono i responsabili del disastro del Pd da 10 anni? Sono l’unico che ha denunciato l’assenza di linea politica, di un programma credibile, di una proposta per il Sud. Tutti quelli che hanno la responsabilità del disastro elettorale fanno i rinnovatori». Quindi l’affondo sull’autonomia differenziata: «Bene che dopo anni di latitanza si siano svegliati ma la piccola mattinata propagandistica per dire ‘ci siamo’ non serve. Da un anno non vengono distribuiti i Fondi sviluppo e coesione ma non si muove una foglia».

SULLA LINEA POLITICA: «Più che suicida è inesistente. Schlein ha rotto con i cattolici, non parla con il mondo delle imprese, con i commercianti, le partite Iva. I risultati elettorali sono un disastro, questa proposta è il nulla. I sondaggi sono stati gonfiati tenendo conto che è entrato Art1, un misto di infantilismo politico e altro. A settembre faremo iniziative per riprendere un Pd serio». In serata su La7 la replica della segretaria: «La migliore risposta alle critiche è il consenso al Pd. Il mio è un tentativo di cambiamento, non piacerò mai a tutti. Agli attacchi personali non rispondo. In quanto al commissario, se ci sono tessere gonfiate e voto clientelare è nostro dovere intervenire. Il terzo mandato per ora non è previsto dalla legge, sanità e salario minimo sono le priorità, delle nostre beghe interne non frega a nessuno».