«C’è stata una tornata elettorale in Molise che ha registrato un ennesimo, travolgente successo del centrosinistra e del famoso campo largo»: diretta social del venerdì, il governatore campano De Luca ha scelto l’ironia per commentare il fallimento alle ultime regionali indirizzando nuove stoccate alla segretaria dem Schlein, con cui va avanti da mesi il braccio di ferro sul terzo mandato. «Ai dirigenti attuali del Pd – ha proseguito – direi che c’è un altro 10% di voti residui da perdere. La segretaria in carica ha avvertito che la rivoluzione non è un pranzo di gala. Nessuno si aspettava un pranzo di gala ma almeno un tramezzino elettorale, un mezzo spuntino. Questo gruppo dirigente consentirà di fare piazza pulita anche di quello che rimane».

Il bollettino dei rapporti Salerno – Roma resta stabile su burrasca. A questo punto l’annunciata manifestazione nazionale a Napoli contro l’autonomia differenziata del 14 e 15 luglio diventa sempre più difficile che si realizzi, anche per il sospetto che il governatore stia remando contro. Dalla regione ieri sottolineavano che nessun invito è stato fatto a De Luca, che invece sarà a Salerno all’iniziativa di martedì sullo stesso tema promossa dallo Spi Cgil. L’umore, del resto, è quello che si desume dalle ultime dichiarazioni. L’appuntamento lanciato dal Nazareno potrebbe traslocare in un’altra città. Ad esempio Bari, dal sindaco dem e presidente Anci Antonio De Caro che molti, anche in Campania, vorrebbero come capolista alle europee e, in futuro, punto di riferimento per il Mezzogiorno in vista di una nuova scalata al Nazareno. Ma anche questo programma potrebbe inciampare su quanto dichiarato da Schlein: alle europee 5 donne capolista.

Nel Pd è in corso una partita a scacchi. De Luca è convinto di avere in tasca i voti per rimanere a Palazzo Santa Lucia per un terzo giro, freme quindi perché venga fissata la data del congresso regionale, saltato per l’anagrafe dei voti non ratificata a Caserta: via il commissario Antonio Misiani con un nuovo segretario che riporti il Pd regionale nell’orbita deluchiana in modo da organizzare le candidature per le europee e quindi tuffarsi nella campagna elettorale per le regionali. I provinciali due settimane fa hanno inviato una lettera al Nazareno proprio per chiedere che venissero fissate le date dei congressi anche in Campania: assalto respinto.

L’autonomia differenziata avrebbe potuto ricompattare un partito spaccato in tre (De Luca; i consiglieri regionali; l’area Schlein) e invece no. C’è infatti chi si lamenta: «Il primo a chiedere un’iniziativa a Napoli contro la riforma Calderoli è stato ad aprile il segretario partenopeo Giuseppe Annunziata ma ci siamo ritrovati con la decisione presa e annunciata durante la direzione nazionale del Pd due settimane fa. Volevamo una manifestazione di piazza, magari a settembre, e invece dovrebbe essere un dibattito in una saletta. In ogni caso siamo in tanti a non saperne niente».

A dare una mano a De Luca sul terzo mandato ci ha pensato il centrodestra. Il presidente della Conferenza delle regioni, il leghista Fedriga, su mandato dei governatori, ha scritto alla premier Meloni: «È necessario estendere il limite di mandato per gli organi di vertice degli enti territoriali a tre legislature» chiedendo anche di aumentare il numero dei consiglieri regionali. Al netto delle ambizioni personali, un terreno scivoloso per il Pd ma non per la destra che sul tavolo ha tre obiettivi: elezione diretta per le città metropolitane con il ripristino delle funzioni, via il limite dei due mandati per regioni e comuni, elezione dei sindaci con il 40% dei voti senza secondo turno.